Bicchieri in testa e calci in bocca alla ex, lui va a processo La vittima: 'Relazione malata'
Deve rispondere in tribunale di lesioni, un 47enne residente a Cremona che in due occasioni avrebbe alzato le mani contro la ex convivente, provocandole un trauma cranico e la frattura della mascella. Proprio nei giorni in cui si sta riflettendo sul grave fenomeno della violenza di genere, nell’aula di palazzo di giustizia è andata in scena l’ennesima storia di botte nei confronti di una donna. Gli episodi contestati risalgono al 14 luglio e al 30 agosto del 2017. La coppia ha convissuto due anni, dopodichè si è separata, continuando comunque sporadicamente a sentirsi e a frequentarsi. “Era sempre un dentro e fuori”, ha ricordato la vittima, “a volte mi chiudeva letteralmente fuori casa, la nostra era una relazione malata, ma io tornavo perchè ero stupidamente innamorata. Quando non ero a casa sua dormivo a casa di amici o da mia mamma”.
La sera del 13 luglio la donna era stata fuori a cena con alcuni amici, ma poi, dopo averlo sentito al telefono, aveva raggiunto l’abitazione del suo ex che sapeva essere in compagnia della sorella di lei e del compagno. “Volevo vederlo”, ha detto in aula. “Quando ho bussato, lui ha fatto uscire mia sorella e il suo compagno, mi ha fatto entrare e poi mi ha preso, mi ha buttato per terra e mi ha spaccato quattro bicchieri in testa. Non abbiamo neanche parlato, lui è andato fuori di testa”. La donna ha raccontato di aver visto il sangue, di essere riuscita a rialzarsi e a scappare. “Ho urlato tanto forte che è uscito qualche vicino. Mia sorella e il suo compagno erano già giù in cortile quando mi hanno visto scendere. Ero già con la testa aperta. Piangevo e ho urlato di chiamare un’ambulanza”. La donna aveva poi rivisto l’ex compagno. “Aveva bevuto”, ha raccontato, riferendosi a quella sera di luglio. “Forse era sotto l’effetto di qualcosa, comunque non gli ho mai chiesto spiegazioni”.
Nel secondo episodio, che risale al 30 agosto, la vittima stava prendendo l’aperitivo all’esterno di un locale quando lui si era presentato. “Mi ricordo solo che aveva preso il bicchiere di quello che stava bevendo e me l’ha svuotato in testa. Io gli ho dato un calcio e lui mi ha preso la testa e mi ha buttato per terra. Aveva gli anfibi, mi ha dato due calci in bocca e mi ha rotto anche il polso. Sono svenuta per cinque minuti e quando sono riuscita a rialzarmi lui era già sparito. Qualcuno nel frattempo aveva chiamato carabinieri e ambulanza”. “Dopo quell’episodio”, ha concluso la donna, “forse ci siamo rivisti ancora un paio di volte e poi basta”.
Nel processo, la vittima si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Raffaella Parisi. La sentenza è prevista per il prossimo 18 marzo.
Sara Pizzorni