Quelle interrogazioni sul caso '4 Ristoranti'. Il gip archivia: è critica politica, no diffamazione
Il giudice Pierpaolo Beluzzi ha accolto la richiesta del pm Davide Rocco e ha archiviato il procedimento nei confronti di Andrea Decò e Alberto Vezzosi, ex consiglieri di minoranza del comune di San Giovanni in Croce che un anno fa avevano presentato due interrogazioni sulla vicenda ‘4 Ristoranti’, il video girato dalla casa di produzione televisiva DM – Don’t repeat yourself s.r.l. di Milano, per il programma dello chef e conduttore televisivo Alessandro Borghese. Per il giudice, non si tratta di diffamazione, ma di critica politica. Decò, difeso dall’avvocato Luca Curatti, e Vezzosi, assistito dall’avvocato Filippo Rizzi, avevano chiesto conto all’ufficio cultura di quei 2.500 euro versati alla società milanese per poi non aver avuto alcun accenno a livello di immagini del complesso monumentale Villa Medici del Vascello, se non una citazione nei titoli di coda. Società milanese, tra l’altro, il cui delegato alla produzione è il cognato della vice sindaco Erica Maglia. Le interrogazioni erano finite su facebook, anche se Decò e Vezzosi hanno sempre negato di averle postate. Insinuazioni diffamatorie, per il sindaco Pierguido Asinari, per la sua vice e per Laura Nardi, responsabile delle attività di Villa Medici, che avevano querelato i due ex consiglieri che lo scorso febbraio si erano dimessi.
“C’è soddisfazione”, ha commentato l’avvocato Curatti, “anche perché da parte del gip vi è stata adesione alla linea della difesa, ma, soprattutto, alle condivisibili motivazioni del pubblico ministero che già in sede di investigazione aveva proposto una richiesta di archiviazione che abbiamo sostenuto per tutto il corso del procedimento, anche perché è apparsa evidente, ma perché ce lo dice anche il pm, l’assenza di qualunque offesa alla reputazione dei querelanti”. “Siamo nell’aveo del diritto di critica”, ha continuato il legale. “Lo stesso pm, quando ha esaminato il diritto di critica anche politica, ha verificato, in relazione all’interrogazione presentata dal mio assistito e dal suo collega, la sussistenza dei requisiti del diritto di critica: la veridicità della notizia, la pertinenza, cioè deve esserci un interesse pubblico a conoscere i fatti, e la continenza, cioè la notizia deve essere esposta in modo obiettivo. Tutti questi requisiti, a giudizio del pm , ma anche delle difese, hanno deposto per l’archiviazione di un procedimento penale ipertrofico rispetto a quella che è stata la vicenda. Non vi è stato nulla di male da parte dei consiglieri comunali nel chiedere, anche su mezzi social, come facebook, mezzi che utilizzano molti sindaci, ad esempio, i sindaci di Cremona e Crema, informazioni, spiegazioni in ordine ad un determinato fatto e cercare di capire il perché possa essere stata fatta una determinata scelta con la collaborazione della trasmissione ‘4 Ristoranti’, Vi era, c’è stato un esborso economico, un diritto di critica ad un indirizzo politico seguito dal Comune non è vietato. Non ci si deve sentire offesi, ovviamente sino a quando i fatti non vanno a travalicare il diritto di critica. Nel nostro caso, questo non si è verificato. Lo stesso gip ha condiviso le ampie argomentazioni del pm”. “Spiace che vi siano state delle dimissioni”, ha concluso l’avvocato Curatti, “perché la politica è anche una arena costruttiva di collaborazione, a volte anche forte o di critica a volte anche forte, ma con l’intento di fare il bene della propria comunità senza che ogni parola debba essere considerata offensiva. Il procedimento civile del risarcimento del danno inevitabilmente dovrà risentire della pronuncia penale”.
Sara Pizzorni