Cronaca

Plasma iperimmune: nel Cremonese il 15% dei donatori abituali ha gli anticorpi

Nel territorio di Cremona, circa il 15% dei donatori abituali di plasma iscritti all’Avis ha sviluppato gli anticorpi anti Covid-19 e quindi ha potuto donare il plasma iperimmune. Questo il dati emerso durante una conferenza stampa in cui, a 6 mesi dall’avvio del progetto plasma iperimmune, Avis Regionale Lombardia ha fatto il punto portando la testimonianza delle sezioni provinciali di tre delle città più colpite dalla prima ondata della pandemia: Bergamo, Brescia e Cremona.

Città, quest’ultima, dove “l’incidenza del Covid continua a essere alta in uno dei territori già tra i più colpiti della prima ondata” commenta Riccardo Merli, direttore sanitario dell’Avis Comunale Cremona. “La richiesta negli ospedali locali è in continua crescita così come la necessità di reperire una maggiore disponibilità di plasma iperimmune. Siamo quindi al lavoro per lanciare una nuova campagna di reclutamento tra i donatori guariti”.

“I donatori Avis aderenti al progetto donano una volta al mese, in questo modo possiamo studiare e analizzare la durata degli anticorpi nell’organismo e fornire ai ricercatori dati sempre aggiornati” ha sottolineato Oscar Bianchi, presidente di Avis Regionale Lombardia. “Il ruolo degli ospedali è fondamentale per trattare e immunizzare il plasma e usarlo nei pazienti che ne hanno la necessità; spetta invece ad Avis chiamare a raccolta i donatori e tutti coloro che sono stati colpiti dal virus per aiutare chi ora è in prima linea a sconfiggere questo nemico, ancora troppo sconosciuto”.

Una battaglia che è possibile vincere solo insieme, in stretta collaborazione tra Avis e Ospedali, a cui spetta ritipizzare il plasma raccolto, come spiega il Giuseppe Cambiè, Direttore Sanitario Avis Regionale Lombardia: “Le unità di raccolta proseguono nell’impegno di fornire agli ospedali il plasma raccolto dai donatori che ha le giuste caratteristiche per essere somministrato ai pazienti affetti da Coronavirus. Abbiamo avuto una raccolta che va di pari passo all’andamento del contagio: dopo aver avuto dai donatori una risposta molto positiva all’avvio del progetto, nei mesi successivi, nel periodo estivo, la ricerca degli anticorpi ha avuto una minore percentuale di successo, in linea con la diminuzione dei contagi e con la minor circolazione del virus. Ora, la diffusione del virus è aumentata in modo preoccupante, causando un incremento del numero dei contagi. Di conseguenza ci aspettiamo una nuova risposta. Il nostro modello può essere uno strumento importante per affrontare le conseguenze di una nuova ondata”. 

Tra le altre due province colpite, a Brescia ha aderito alla raccolta del plasma iperimmune circa il 35% dei donatori e di questi il 2,5% aveva il titolo anticorpale idoneo per partecipare al progetto. a organo invece sono stati reclutati oltre 1400 donatori già periodici di plasma, tra cui il 22% sono risultati avere anticorpi.

“Il ruolo di Avis nella raccolta di sangue ed emocomponenti è di primaria importanza: grazie all’impegno delle sedi Avis raggiungiamo il 48% delle unità raccolte” conclude Bianchi. “Ora siamo impegnati in questo importante progetto che in parte mi ricorda le primissime donazioni di sangue, braccio a braccio, in cui si raccoglieva il sangue in base alla domanda. Con il plasma iperimmune curiamo e sconfiggiamo, braccio a braccio, il Covid. Stiamo tornando al futuro”.

IL PROGETTO – L’adesione al progetto verrà proposta ai donatori abituali di plasma che si presentano nel proprio centro trasfusionale con appuntamento per aferesi, previa informativa da parte del medico e richiesta di sottoscrizione del consenso informato. Il donatore verrà sottoposto, contestualmente alla plasmaferesi, a prelievo per ricerca degli anticorpi anti SARS–CoV–2 e tampone naso–faringeo.

Se i dati evidenzieranno anticorpi a titolo significativo e il tampone risulterà negativo, al donatore verrà chiesto di rendersi disponibile per effettuare almeno una donazione di plasma iperimmune il prima possibile e comunque dopo almeno 14 giorni dalla donazione già effettuata, e una successiva a distanza di almeno 14 giorni.

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