Cronaca

A Cremona Solidale occupato oltre 90% posti letto; in centri diurni utenza quasi dimezzata

Cremona Solidale resta Covid free: nessun caso positivo riscontrato e al momento nessuna richiesta da parte dell’autorità sanitaria di posti letto da destinare a malati Covid provenienti dall’esterno. Rispetto allo tsunami dello scorso febbraio, la situazione si è gradatamente normalizzata anche nella rsa, anche se si tratta di una normalità molto diversa da prima.

“Dopo la riapertura – spiega Emilio Tanzi, direttore generale di Cremona Solidale –  c’è stata una difficoltà a recuperare quanto avvenuto e le perdite accumulate non sono più state recuperate. Oggi siamo a più del 90% di occupazione dei posti letto disponibili. La piena occupazione non è più possibile in quanto per evidenti ragioni di sicurezza, dobbiamo tenere camere libere per l’isolamento quando riceviamo nuovi ospiti. Tutto funziona a regime ridotto, ma con la stessa consistenza di personale”.
Le liste d’attesa si sono  notevolmente assottigliate: “Il bisogno delle famiglie c’è ancora, il Covid non lo ha fatto sparire, ma si percepisce un certo timore, peraltro condivisibile: se prima non facevamo fatica ad avere persone da ricoverare, adesso le cose sono diverse. Comunque ci siamo attivati prontamente, sin dall’inizio della riapertura, nel rispetto di quelle che sono le procedure di sicurezza adottate dall’azienda, anche con la consulenza di un infettivologo”. Un nuovo ospite, prima ancora che entri in struttura, deve sottoporsi al tampone al proprio domicilio e viene tenuto in monitoraggio con isolamento fiduciario domiciliare. Quando entra  in struttura, ci sono altri 14 giorni in isolamento, quindi un successivo controllo, infine l’inserimento.
La palazzina delle cure intermedie (ex Idr) continua il suo corso, nell’ottica di offrire un supporto agli ospedali, attualmente sotto stress, per le malattie non acute: “La nostra intenzione – afferma Tanzi –  è dare quelle risposte ai bisogni no Covid che il territorio esprime”.

L’assessore regionale al welfare Giulio Gallera ha assicurato il mantenimento del budget fissato a inizio anno per le rsa, nonostante il calo di utenti che si è verificato nei mesi del lockdown e oltre. Un budget però da non dare per scontato, in altri termini la Regione non sta riconoscendo il cosiddetto ‘vuoto per pieno”.  “La Regione – precisa Tanzi –  sta individuando modalità attraverso cui riconoscere un maggiore contributo alle nostre strutture per i maggiori costi per affrontare la situazione, all’interno del budget che ci è stato riconosciuto.  Inoltre, la Regione ha adeguato le classi Sosia facendole decorrere da inizio anno”.

A inizio 2020 i conti di Cremona Solidale erano già in rosso ma, spiega Tanzi, si trattava di un deficit accumulato l’anno precedente “facilmente recuperabile, sostanzialmente non dovuto a scelte gestionali ma alla necessità di affrontare un grande numero di maternità, assenze e per l’aggiornamento dei contratti”. Quello che è successo tra febbraio e maggio non sarà recuperabile in quanto la Regione copre circa il 45% dei costi di un ricovero in rsa e il resto viene dalle famiglie.

Venendo agli altri servizi di Cremona Solidale, quello che soffre di più sono i centri diurni integrati: tutti riaperti, sia quelli ordinari che quelli per malati di Alzheimer: in particolare in questi ultimi, che offrono un indispensabile servizio alle famiglie, l’utenza si è pressochè dimezzata a  causa  delle regole di distanziamento e per le complesse procedure per accertare ogni giorno che la persona non sia infetta.

“Un servizio come quello dei centri diurni, che è sempre stato strategico, oggi è quello maggiormente in sofferenza, sta viaggiando a regime assolutamente ridotto. Stiamo facendo di tutto e di più per garantire la sicurezza: piccoli gruppi, distanze, plexiglass, ma la collaborazione delle famiglie è indispensabile. E il tutto, a parità di personale rispetto a prima”.

Una situazione non semplice quella che stanno vivendo, anche a livello umano, gli operatori e i sanitari della struttura: “Noi ci stiamo prodigando al massimo per tornare alla normalità in una situazione che non è normale, né per noi, né per i cittadini. Non voglio sminuire quella che è la sofferenza delle famiglie che non possono visitare i loro cari, ma chiedo loro di avere pazienza e comprensione anche per i nostri operatori: ci sono regole e norme che abbiamo adottato e che dobbiamo rispettare”. Infine, un appello al di là del ruolo ricoperto: “Io soffro nel vedere le persone in città che non rispettano le regole, soltanto facendo un’alleanza tra tutti si riesce a superare questo momento”. gbiagi

 

 

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