Sant'Omobono, le celebrazioni Giorgi: 'Fu punto di riferimento per il cambiamento sociale'
Il 13 novembre del 1197 moriva Sant’Omobono, patrono di Cremona, oltre che dei sarti e dei mercanti. Venerato anche a livello nazionale e mondiale, Omobono Tucenghi è “una figura molto affascinante, che troppo spesso viene raccontata in modo troppo semplice”, secondo Tommaso Giorgi presidente del CrArt, in un intervento alla trasmissione Ore12 di Cremona1. “E’ stato – ha aggiunto Giorgi – un punto di riferimento per un cambiamento sociale durante il periodo in cui ha vissuto, contribuendo al recupero della componente sociale dei mercanti e dei commercianti: la Chiesta aveva interesse a riportare all’interno del suo cammino di Fede queste persone perché si rischiavano delle derive di stampo ereticale. Omobono è stato un grandissimo rappresentante del suo tempo”.
Omobono aveva casa nelle vicinanze dell’attuale chiesa a lui dedicata, che prima era stata intitolata a Sant’Egidio, tanto che ora il nome completo sarebbe quello di Sant’Omobono e Sant’Egidio. “Era la chiesa dove andava a pregare e dove è morto”, ricorda ancora Giorgi. Il santo fu sepolto all’interno della chiesa stessa, che era stata costruita intorno al 1000 e di cui si vede una traccia in una piccola abside ancora esistente all’esterno della chiesa attuale sul lato sinistro. La chiesa fu trasformata alla fine del Quattrocento e la facciata rifatta nel 1602, ornandola con le statue duecentesche di marmo rosso raffiguranti sant’Omobono e il vescovo di Cremona Sicardo, che ne aveva voluto la canonizzazione. All’interno è conservato anche il crocifisso legato alla devozione del Santo patrono. Il corpo di sant’Omobono, riposto in un’arca di marmo, rimase nella chiesa fino al 1614, quando, insieme ad altre reliquie provenienti da diverse chiese cittadine, fu traslato, con una solenne processione, nella cripta della Cattedrale, dove ancor oggi si trova.
Oggi la Cattedrale di Cremona sarà aperta dalle ore 7.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00, con possibilità di pregare davanti alle spoglie del Santo Patrono conservate nella cripta, cui si potrà accedere dalla scalinata nord (lato largo Boccaccino) uscendo poi dalla scala lato sagrestie. L’Associazione Nazionale Carabinieri di Cremona sarà di ausilio ai fedeli garantendo il mantenimento del distanziamento personale previsto attraverso un accesso alla cripta contingentato.
In mattinata le Messe sono state celebrate alle ore 8 e alle 10.30, quest’ultima presieduta del vescovo Napolioni che alle 10.15 in cripta ha ricevuto, secondo una antica tradizione, l’omaggio dei ceri da parte dell’Amministrazione Comunale. Anche quest’anno, insieme alle autorità locali, è prevista la presenza di una rappresentanza dell’Associazione artigiani della provincia di Cremona che tuttavia non consegnerà come consuetudine alcune stoffe al momento dell’offertorio, data la sospensione del gesto di presentazione dei doni. Si ometterà, inoltre, lo scambio del segno di pace. Nel pomeriggio, alle 17, il vescovo presiederà i Secondi Vespri. Alle 18 l’ultima Messa della giornata, presieduta dal parroco della Cattedrale, don Antonio Bandirali.