Cronaca

Gianfranco Zani, confermata in Appello la condanna a 14 anni per la morte del figlio Marco

La Corte d’Appello di Brescia ha confermato venerdì la condanna a 14 anni per Gianfranco Zani, colpevole secondo l’accusa di avere appiccato il fuoco alla casa di Ponteterra, frazione di Sabbioneta, in via Torquato Tasso, nella quale si trovava il figlio Marco, 11 anni, morto per asfissia. L’episodio si è consumato nel tardo pomeriggio del 22 novembre 2018, dunque quasi due anni fa. Già in prima battuta la Corte d’Assise di Mantova, composta da due giudici togati e da tre popolari, si era pronunciata per 14 anni di carcere, riconoscendo Zani quale autore di incendio doloso e omicidio colposo: questa prima sentenza risaliva al 19 dicembre. Adesso la conferma: di fatto la sentenza in Corte d’Appello scorpora i 14 anni, comminandone 8 per avere incendiato la casa (delitto doloso) e 6 per la morte del piccolo Marco (delitto colposo).

Silvia, la mamma del bambino ed ex moglie di Gianfranco, ha mostrato incredulità e rabbia: “Speravo in una condanna esemplare” ha detto subito dopo la sentenza. Ricordiamo che l’episodio era arrivato al culmine di un lungo periodo di litigi, anche violenti, tra i due ex coniugi e di mezzo erano andati proprio i tre figli della coppia: Marco, il secondogenito, era morto in seguito all’ultimo episodio violento quando il padre avrebbe appiccato l’incendio alla casa di via Torquato Tasso, mentre l’11enne si trovava nella propria camera al primo piano, morendo per asfissia. Gianfranco Zani non ha mai ammesso di avere appiccato l’incendio, ma soltanto di avere speronato, pochi minuti dopo l’episodio incriminato, l’auto di Silvia, la ex moglie, che stava rientrando dall’oratorio di Ponteterra dove era andata a prendere l’altro figlio, con Marco che a quel punto era rimasto solo in casa. Pochi giorni prima di quel 22 novembre 2018 Zani era stato condannato a restare a distanza dalla donna e dai figli nati dal matrimonio, con la stessa Silvia che a quel punto, sentendosi al sicuro, era rientrata nell’abitazione di via Tasso dopo essere stata precedentemente assegnata ad un alloggio protetto.

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