Lettere

Cremona cambia volto
ad ogni stagione ma non
perde mai il suo splendore

da Elena Ziliani

Il giallo, l’arancione ed il rosso, una foglia più grande ed una più piccola, la città che saluta la pazza luce dell’estate e accoglie, tra gli inchini delle fronde degli alberi ormai spogli, l’autunno che entra magistralmente in scena.
Sembra ancora di vederlo il maestro Stradivari, mentre cammina nella nebbia con il capo bagnato da un’acquerugiola dolce. I suoi disegni sempre sottobraccio. Lì accanto la Cattedrale coperta da una lieve foschia che si posa sulla storia delle pietre, quasi a volerne custodire amorevolmente i lontani segreti.

Un fascino antico, tutto racchiuso nel rumore del legno lavorato nelle botteghe dei liutai che caparbiamente resistono. Le loro piccole luci restano accese fino a tardi. Lì rinasce la magia della materia fatta arte. Lì ci sono mani che sanno, gesti ripetuti con maestria e passione: l’anima di una città che sa da dove viene e non vuole disperdere il proprio valore.
Cremona si lascia scoprire con dolcezza, con il caldo color miele dell’Auditorium Giovanni Arvedi, un abbraccio che sa riempirti l’anima. Le corde ben tese e l’archetto che corre veloce, il polso si flette, la magia ha inizio: il violino suona e la sua armonia ti è già entrata dentro.

Una dolce suggestione e un respiro più ampio fatto di storia e cultura. La bellezza lascia sempre un po’ si sé negli occhi di chi la guarda. D’altronde è proprio da questo che si riconosce, da quella briciola che resta. Cremona rimane, cambia volto ad ogni stagione ma non perde mai il suo splendore.

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