Cronaca

Il Covid aumenta la povertà: crescono i pacchi alimentari consegnati dalla San Vincenzo

Continua a crescere il numero dei poveri che si rivolgono alla San Vincenzo per avere un sostegno alimentare: nella giornata di consegna della scorsa settimana sono stati ben 75 i pacchi consegnati, quando la media, fuori dall’emergenza Covid, era di circa una cinquantina. A lanciare l’allarme è Ennia Rozzi, presidente della San Vincenzo Centrale di Cremona, che ogni giorno riceve nuove richieste di aiuto.

“Abbiamo aumentato di molto i pacchi viveri, che sempre più gente ci viene a chiedere”. E tra coloro che ora si trovano in stato di necessità, anche alcune categorie di lavoratori che dopo una lunga fase di fermo si trovano ora a dover chiedere aiuto.

“Ai nostri numeri si aggiungono anche quelli delle singole parrocchie in cui c’è la San Vincenzo, e che gestiscono autonomamente le consegne del cibo” continua Rozzi. “Dal canto nostro abbiamo anche ampliato l’offerta e grazie al progetto sul diritto al cibo abbiamo anche iniziato a consegnare cassette di frutta e verdura”.

Per essere ancora più vicini alla popolazione, soprattutto in questa fase di lockdown, che vede amplificarsi le situazioni di solitudine, l’associazione ha fatto partire un nuovo progetto, che consiste nella distribuzione di pasti a domicilio alle persone anziane sole, la domenica. “Abbiamo raccolto numerosi giovani volontari provenienti dalle varie parrocchie, che si occupano di portare a queste persone un pasto caldo domenicale”. Un’iniziativa con una duplice valenza: da un lato dare lavoro a chi si occupa di preparare i pasti, dall’altro regalare a questi anziani un momento di socialità: “I volontari non si limitano a fare la consegna ma, sempre nel rispetto delle norme anti-covid, scambiano due parole con queste persone, facendo sentire loro un po’ di vicinanza e calore umano” spiega la presidente della San Vincenzo.

Le previsioni per il prossimo futuro, del resto, sono tutt’altro che rosee: “Credo che con questo secondo lockdown ci dovremo aspettare ancora nuove situazioni di povertà da gestire” conclude Rozzi.

LaBos

 

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