Cronaca

Cruscotto sorveglianza Covid: strumento valido, ma da solo non basta

Foto Sessa

Nella guerra contro il virus la Regione ha predisposto il Cruscotto sorveglianza Covid. «Dovrà essere impiegato da tutte le amministrazioni comunali, le forze dell’ordine e dai comandi provinciali dei vigili del fuoco per meglio identificare la dislocazione dei casi covid presenti nel proprio territorio di competenza», spiega la circolare prefettizia che invita ad attivarlo. «Il Cruscotto consente la consultazione di dettaglio e la georeferenzazione dei singoli casi covid, distinguendoli per tipologia». Il Cruscotto «non è interoperabile dai singoli utenti, in quanto è uno strumento esclusivamente conoscitivo».

 In soldoni e semplificando, il Cruscotto è una mappa della dislocazione e delle condizioni di salute pazienti covid-19 nel territorio, versione più raffinata della comunicazione quotidiana dei contagiati e relativi contatti stretti, inviata ai sindaci da Mirko Signoroni, presidente della Provincia. 

Melius est abundare quam deficere, quindi ben venga il Cruscotto, ma la domanda da porsi è: sindaci, polizia locale, vigili del fuoco che accedono alla nuova piattaforma regionale quali strumenti dispongono per sfruttare al meglio le informazioni ricevute?

E’ senz’altro utile sapere che Tizio è positivo, che ha avuto contatti stretti con Caio e Sempronio, ma non è sufficiente per contrastare l’avanzata del virus. E’ indispensabile possedere mezzi e uomini per controllare che i soggetti segnalati rispettino le prescrizioni previste dai protocolli medici, dai Dpcm e dalle ordinanze regionali. Dotare la macchina del solo Cruscotto non basta, è necessario completarla con il volante e le ruote. E il motore.

L’informatica fornisce una quantità enorme di dati, fondamentali per analizzare le situazioni critiche e predisporre azioni adeguate per affrontarle ed eliminarle. Azioni che rientrano in una serie di operazioni coordinate tra loro. In realtà, ci si ferma al primo stadio dell’intervento. Si gettano le fondamenta, ma non si termina la costruzione della casa.

E’ successo con l’app Immuni. Da potente strumento di contrasto al virus, si è rivelata un brodino caldo. Segnala il contatto con il soggetto positivo e poi si naviga a vista.

Un’occasione persa. Un’ottima idea sfruttata male.  Un mester cremasc per rimanere in provincia, ma si potrebbe anche dire cremonese se si considera quanto accaduto nel capoluogo.  

Al liceo artistico Stradivari, uno studente è risultato positivo al virus «Ma l’avviso alle famiglie dei compagni di classe è arrivato quando ormai i tempi per l’isolamento fiduciario dei ragazzi – considerati contatti stretti – era ormai scaduto». (Cremonaoggi, 30 ottobre 2020). 

  Al liceo Manin, a un mese e mezzo dall’inizio della scuola, sono stati consegnati i nuovi banchi monoposto voluti dal ministro Azzolina. «Un arrivo decisamente fuori tempo, considerando che ormai gli studenti sono tornati a fare didattica a distanza» (Cremonaoggi,9 ottobre 2020).

Alla media Campi i nuovi banchi a rotelle sono troppo piccoli e gli studenti non riescono a lavorare. «A sollevare il problema sono stati i genitori di alcune classi della scuola media». (Cremonaoggi 30 ottobre).

Nei cahiers de doléances non può mancare quello che nessuno si sarebbe aspettato. «File e assembramento alla postazione allestita dall’ospedale di Crema per eseguire i tamponi. Alle 10.30 il picco dell’assembramento, che ha richiesto anche l’intervento della polizia locale per evitare che la situazione degenerasse». (Cremaoggi , 26 ottobre).

L’Ats ha diffuso un comunicato per giustificarsi per la sovrapposizione degli appuntamenti e degli autocertificati, ma non ha chiesto scusa ai cittadini. Una cartella e mezza di parole per raccontare ovvietà sullo «sforzo imponente che l’ATS della Val Padana e le ASST di Crema e di Cremona stanno mettendo in campo in questo scenario evolutivo per garantire il tracciamento dei contatti e la sorveglianza». 

Per ricordare che «è del tutto evidente come per ottimizzare l’efficacia di questi interventi, sia però necessaria un’azione sinergica che veda coinvolti tutti, soggetti istituzionali e cittadini». 

Per ribadire che la sfiga è sempre in agguato. «Le condizioni meteo sfavorevoli hanno fatto il resto, rendendo poco tollerabili i tempi di attesa ed accrescendo il disagio e le frustrazione dei cittadini».  Fuffa che contrasta con il pragmatismo dei settantuno medici cremonesi che in documento reso pubblico, hanno suggerito la strada da percorrere.

Criticare governo e istituzioni per gli errori commessi in questi mesi è come sparare sulla Croce rossa o picchiare i bambini. Tacere e ficcare la testa sotto la sabbia come gli struzzi non aiuta a migliorare la situazione. 

 La soluzione migliore sarebbe collaborare, opzione che pochi scelgono. Potrebbe essere d’aiuto  applicare sul Cruscotto ipertecnologico e digitale il residuato di un’epoca scomparsa: una calamita con foto del coniuge o dei figli e la scritta «Pensa a me e per un momento non al partito». Già, uniti si vince.

Antonio Grassi

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