Cronaca

'Molte criticità nella sanità cremonese': la lettera di 71 medici

Una lettera, firmata da 71 medici cremonesi e indirizzata alle autorità sanitarie cremonesi e regionali, in cui si chiedono urgentemente una serie di azioni da mettere in campo per riorganizzare la sanità cremonese, anche in vista dell’avanzare della Pandemia. Un grido d’allarme da parte di chi ogni giorno deve garantire la salute dei cittadini, e che ora evidenzia “diverse criticità del nostro pur avanzato servizio sanitario regionale, che riteniamo indispensabile affrontare insieme anche in considerazione del progressivo impoverimento dell’offerta di sanità pubblica che si è verificato da diversi anni” si legge nella missiva.

Due i grandi problemi da risolvere, secondo i firmatari: come affrontare l’attuale recrudescenza pandemica e come riorganizzare la sanità cremonese per garantire la salute della popolazione.

L’EMERGENZA COVID – Il documento elenca quindi una serie di azioni da intraprendere, a partire da una “Ri-organizzazione del Servizio Sanitario locale in caso di un incremento rapido dei casi (di Covid)”. Riorganizzazione che dovrebbe partire da una “verifica della disponibilità di posti letto negli ospedali/Case di Cura e riattivazione dei posti letto oggi chiusi” ma anche da un “potenziamento e razionalizzazione del personale sanitario”, con assunzione di nuovo personale. Necessario, secondo i firmatari, anche il “potenziamento consensuale della medicina territoriale e dei presidi di prevenzione”.

Si dovranno poi incrementare “i posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva” e “potenziare i reparti di Cure Subacute” e “la diagnostica di laboratorio”. Ad essere potenziata, secondo i firmatari, dovrà essere anche “la Farmaceutica Territoriale, a fronte dell’aumentata difficoltà “di assicurare la continuità assistenziale sul territorio per farmaci carenti o irreperibili al pubblico”.

Si chiede poi di organizzare “un gruppo di lavoro locale di tecnici”, che “coinvolga tutti i livelli e gli ordini professionali” per definire “un programma condiviso di gestione della pandemia attraverso una chiara e riconoscibile regia centralizzata”. E’ altresì necessaria una formazione continua in merito alla pandemia e la stesura “di protocolli condivisi tra specialisti e MMG/PLS di diagnosi virologica tradizionale e rapida e di terapia periodicamente aggiornati”.

Naturalmente tutto questo non può prescindere, secondo i medici, dal “mantenimento dell’offerta di cura sul nostro territorio ai pazienti non affetti da Covid-19”. A questo proposito si chiede la “riapertura di tutte le attività ambulatoriali e riduzione delle liste di attesa”.

I medici chiedono infine “la definizione di percorsi rapidi per la gestione domiciliare dei pazienti asintomatici e pauci- sintomatici” e l’organizzazione di “percorsi per la dimissione precoce dei pazienti con Covid-19 al fine di ridurre i tempi di ospedalizzazione e reinviare le cure al domicilio”.

LA RIORGANIZZAZIONE DELLA SANITA’ CREMONESE – Per quanto riguarda invece la riorganizzazione della sanità cremonese, il documento evidenzia come essa soffra da tempo “di un progressivo depotenziamento: è quindi necessario definire strategie di lungo termine per riorganizzare sia il servizio sanitario cittadino che quello provinciale in relazione alle esigenze sanitarie della popolazione cremonese”.

A partire dall’ammodernamento e rilancio dell’ospedale, con un gruppo di lavoro che definisca “un piano di ammodernamento tecnologico” e il “miglioramento degli ambienti sanitari”.

Per quanto riguarda il personale sanitario si chiede un “miglioramento dell’attrattività dell’ospedale e delle condizioni contrattuali per evitare l’esodo del personale sanitario e favorire il ricambio generazionale”.

Tra le priorità, anche quella una riforma del servizio sanitario territoriale:, a partire dalla creazione di “aggregazioni funzionali di MMG e PLS, che riescano a disporre di personale amministrativo e a collaborare con il personale infermieristico e ostetrico, al fine di garantire un servizio e una copertura oraria migliori e ridurre così l’accesso ai Pronto Soccorso Ospedalieri”.

“Infine, auspichiamo che a livello nazionale vengano istituite unità di crisi mobili medico-infermieristiche ad elevata professionalità e prontamente disponibili nei focolai epidemici e nelle zone più colpite dalla pandemia” conclude la missiva, in cui si chiede anche “l’istituzione di un tavolo di lavoro dove le rappresentanze mediche, infermieristiche e tecnico-sanitarie siano coinvolte dagli amministratori della sanità in una profonda revisione delle strutture ospedaliere e territoriali dei servizi sanitari erogati alle persone”.

LA LETTERA

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