Cronaca

Pan: 'Situazione complicata, prevenzione fondamentale 50 i pazienti a Cremona'

“La situazione è molto complicata, non ci sono dubbi”. A dirlo, durante un collegamento con ‘Ore 12’, trasmissione di Cremona 1, è stato Angelo Pan, direttore dell’U.O. di Malattie Infettive dell’Ospedale di Cremona. “I dati che vengono presentati quotidianamente a tutti quanti, li vediamo, a partire dalla velocità con cui si registrano nuovi casi e ricoveri in terapia intensiva. La situazione epidemiologica è sicuramente critica”. Pan, però, non entra nel merito delle decisioni assunte da Governo e Regione per provare a limitare la diffusione del virus: “Il mio parere al riguardo non conta, non sono un politico ma un medico: credo che le decisioni vadano rispettate e che ci si stia muovendo nello stesso ambito di restrizioni attuate in altri Paesi. Non abbiamo alternative, evidentemente la vita di tutti i giorni che abbiamo fatto questa estate non è stata sufficiente a controllare la diffusione del virus”.

Se da un lato il medico ammette che “sicuramente le persone più giovani affrontano meglio il virus”, sottolinea che “anche loro possono avere dei problemi”. Pan evidenzia che non si hanno le idee chiare sull’immunità data dalla presenza di anticorpi, anche se “i casi di reinfezione sono pochi”, sebbene ammetta che “sono difficili da individuare”. “Il punto – spiega – è prevenire la prima infezione prima di pensare ad un’eventuale reinfezione. Finora abbiamo visto che chi ha avuto una reinfezione è difficile l’abbia più grave, ma non è impossibile. Purtroppo non conosciamo ancora molte caratteristiche di questo virus”. Nel frattempo, a Cremona, è stata attivata la ‘fase 2’ con l’implementazione di nuovi posti letto. Attualmente al Maggiore sono ricoverati una cinquantina di pazienti affetti da coronavirus. Pazienti che arrivano dal cremonese e dalla provincia, ma anche da altre parti della Lombardia. “Gli ospedali -ha concluso Pan – si sono organizzati molto in questi mesi,  a partire dalla commistione tra positivi e negativi che c’è stata al pronto soccorso durante la prima ondata, dato che nessuno era pronto a gestire l’ignoto. Oggi, dato l’elevato numero di positivi, qualche commistione è ancora possibile, mentre in estate era più semplice gestire separatamente i sospetti Covid e gli altri pazienti”.

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