Cronaca

Foto degli esercenti in Galleria XXV aprile: flash mob di Confcommercio

Proseguono le azioni dimostrative degli esercenti contro il nuovo Dpcm. Alle prime luci di stamattina, martedì 27 ottobre, infatti, ha avuto luogo un flash mob pacifico e silenzioso in Galleria XXV aprile che è stata ricoperta dalle immagini di tutte le attività colpite dal Covid: dai bar ai ristoranti, ma anche altre tipologie di attività commerciali. Un’azione toccante e significativa, senza violenza, ma con la forza delle storie personali dei tanti imprenditori del settore che vivono della propria attività. L’azione è stata promossa da Confcommercio contro le misure di Governo e Regione che, senza “alcuna logica efficace per contenere il virus, stanno trasformando l’emergenza sanitaria in emergenza economica”. Scelte che stanno producendo “come unico risultato – in modo silenzioso e nascondendo le responsabile consapevolezza della politica – la chiusura definitiva di migliaia di imprese”.

L’azione di Confcommercio è stata “quasi una citazione, con un richiamo evidente alla Argentina della fine degli anni Sessanta e dei successivi Settanta”. E’ stata realizzata una sorta di Plaza de Mayo, dove “ad essere desaparecidos sono le attività di chi ha una partita iva”. Una “strage silenziosa che si sta consumando nell’indifferenza generale”. “Con un secondo lockdown – conferma il presidente Andrea Badioni – si rischia di andare irrimediabilmente perduto un pezzo importantissimo delle nostre città e dei nostri paesi. Questi titolari di partita Iva, piccole e piccolissime realtà economiche, sono i nuovi desaparecidos. Imprese che, chiedendo finanziamenti e indebitandosi sono ripartiti dopo il lock down generalizzato della primavera scorsa. Aziende che hanno investito sulla sicurezza e che chiedono di lavorare. È un grido di allarme ma anche di dolore. Sono foto che i nostri associati ci hanno mandato in questi giorni di fronte alle loro attività. Scompariranno le imprese e le imprese, con lo strascico di disperazione che questa situazione è destinata a portarsi appresso. È per questo che abbiamo pensato al flash mob mettendo i volti dei titolari e dei loro collaboratori”.

“Abbiamo scelto – rilancia il segretario generale di Confcommercio Cremona Paolo Regina – di farlo la mattina, in una Galleria vuota. Anche questo ha un significato simbolico di una città deserta, che non riuesce più ad essere (anche grazie al commercio) luogo di vita e di relazioni. E poi abbiamo voluto che il palcoscenico fosse la galleria. Solo in quest’anno, lì, sono state chiuse quattro imprese. Abbiamo pensato al flash mob proprio per evitare assembramenti e perché non ci fosse nessuna strumentalizzazione della nostra protesta. Vogliamo dialogare con le Istituzioni e, insieme, trovare soluzioni necessarie a far ripartire le imprese. Deve esserci la consapevolezza trasversale che senza le pmi l’Italia non ha futuro. Le aziende sono un patrimonio collettivo che va tutelato proprio perché garantisce occupazione, servizi e crea sviluppo”.

“È necessario – confermano da Palazzo Vidoni – affrontare l’emergenza sanitaria, ma la risposta non può essere solo ‘più chiusure’ perché così si finisce per chiudere il Paese. Servono impegni precis, in tempi certi, per gli indennizzi alle imprese penalizzate dalle chiusure. E poi un piano generale più ampio per affrontare l’emergenza Covid e uscire dall’incertezza della navigazione a vista”. “Occorrono risposte urgenti – rilancia Badioni -: a partire dai settori in cui l’emergenza ha picchiato e picchia in modo più duro. Servono i ristori a fondo perduto (con dotazioni e rimborsi rafforzati) e le indennità per i lavoratori autonomi ed i professionisti, nonché la prosecuzione del credito d’imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d’azienda. Servono moratorie fiscali più ampie ed inclusive e creditizie, nonché le risorse per le garanzie finalizzate ad agevolare l’accesso al credito. E serve la continuità degli ammortizzatori sociali insieme alla consapevolezza della necessità della loro riforma e di una stagione nuova di vere politiche attive per il lavoro”.

“Parallelamente – continua il neo eletto presidente – bisogna mettere in campo le riforme e gli investimenti indispensabili per costruire un ritorno alla crescita stabile e robusto, dando impulso ad innovazione e produttività”. “Si ragioni insieme – conclude Confcommercio -sulla possibilità e sulla necessità di fare diversamente e meglio; si ragioni, insieme e per tempo, sugli sviluppi del percorso; i danni subiti dalle imprese siano ristorati: adeguatamente e tempestivamente. Adeguatamente e tempestivamente: perché diversamente l’esito prossimo e finale sarà la trasformazione di tante e troppe limitazioni e sospensioni di attività in cessazioni di attività”.

Nel frattempo, le forze dell’ordine non hanno riscontrato violazioni all’obbligo introdotto dal Dpcm del Governo, di chiusura di bar e ristoranti alle ore 18.00- La Polizia Locale, in particolare, ha vigilato sul rispetto del decreto tanto contestato con duri scontri nelle maggiori città italiane; in un solo caso, a Cremona, un esercente ha chiuso 10 minuti dopo l’orario fissato. La guardia resta comunque alta sull’osservanza delle disposizioni.

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