Cronaca

'Mia moglie positiva, ma app Immuni non mi ha allertato': la denuncia di un cremonese

Quanto funziona realmente la app Immuni? Sono in molti a chiederselo, constatando che spesso non si ricevono segnalazioni nonostante si sia venuti in contatto con qualcuno di positivo. Emblematica la vicenda capitata a un cremonese, che chiameremo Marco per convenzione, che si è trovato con la moglie infettata dal Covid ma senza che la app segnalasse a lui il fatto di essere stato a contatto con un positivo. Questo nonostante entrambi abbiamo la suddetta app, con tanto di sistema di tracciamento attivato.

L’app, come si legge sul sito della stessa, dovrebbe utilizzare la tecnologia per avvertire gli utenti che hanno avuto un’esposizione a rischio, anche se sono asintomatici. Gli utenti che vengono avvertiti dall’app di un possibile contagio possono isolarsi per evitare di contagiare altri. O almeno, questo in teoria. Nella realtà non sempre succede.

Ciò nonostante non si può neppure parlare di completo malfunzionamento, considerando che, fa sapere Ats Valpadana, ci sono stati alcuni casi di sospetta positività segnalati proprio attraverso l’app. Il problemi però non mancano. A partire dal fatto che esiste un bug che ne causa il mancato funzionamento su alcuni smartphone, senza contare i giorni in cui risulta bloccata. La nota positiva è che, nonostante il premier Conte nei suoi ultimi discorsi non l’abbia neppure menzionata, ora è diventata obbligatoria per le Ats. “Al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’app Immuni, è fatto obbligo all’operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività” si legge ne decreto in vigore dal 19 ottobre. Insomma, la speranza è che entro i prossimi mesi inizi a funzionare come si deve.

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