'La Fuga in Egitto' apre i battenti, 70 opere in mostra in Pinacoteca fino al 31 gennaio
Più volte rimandata, è stata presentata questa mattina in anteprima alla stampa la mostra “Orazio Gentileschi. La Fuga in Egitto e altre storie”, presso la Pinacoteca del Museo Civico di palazzo Affaitati. Un’operazione coraggiosa che vuole guardare al di là del periodo tutt’altro che tranquillo che stiamo attraversando in questo inizio autunno, soprattutto in un territorio come Cremona che tanto ha sofferto per la pandemia. Settanta opere provenienti da musei nazionali ed esteri, tra dipinti, bassorilievi, incisioni ed altre tecniche, incentrate su un’iconografia che, dal Vangelo secondo Matteo in poi, ha ispirato la fantasia di tanti artisti pur essendo pochissime le fonti sulla prima infanzia di Gesù. A presentare la mostra, l’assessore alla Cultura Luca Burgazzi, il curatore e conservatore della Pinaciteca Mario Marubbi, il dirigente del settore Cultura Lamberto Ghilardi e la studiosa Gudrun Swoboda del Kunsthistorisches Museum di Vienna.
“In questo contesto difficile – ha detto Burgazzi – proporre a Cremona una mostra d’arte organizzata da un ente pubblico rappresenta non solo una sfida, ma anche un importante messaggio di speranza e soprattutto di presenza istituzionale concreta e fattiva nel proprio territorio. Le istituzioni culturali, infatti, non possono rassegnarsi alle difficoltà. Il Museo Civico Ala Ponzone intende ribadire la sua centralità istituzionale nel panorama culturale cittadino, con la responsabilità di offrire alla propria comunità di riferimento un’occasione di riflessione e di crescita culturale.
“La mostra nasce dal rapporto con prestigiosi musei europei che vedono in Cremona un partner importante. Si tratta di relazioni consolidate nel tempo che hanno quindi permesso l’arrivo di capolavori della pittura internazionale che potranno cosi essere ammirati e studiati nella nostra città. E’ questo il senso di una mostra: abbinare la promozione e la valorizzazione culturale a una continua apertura al mondo della ricerca e alla comunità che la rappresenta”.
Nel pomeriggio, alle 17.30, si terrà l’inaugurazione ufficiale.
Protagonista dell’esposizione è la tela proveniente dal Kunsthistorisches Museum di Vienna realizzata da Gentileschi, pittore caravaggesco che godette di vasta fama europea tanto da essere chiamato alla corte parigina di Maria de Medici e poi a Londra dal duca di Buckingam. Per la prima volta a Cremona sarà possibile vederla affiancata ad un’altra versione dello stesso autore, proveniente da collezione privata mantovana a cui gli studi attribuiscono la primogenitura.
“L’opportunità di una simultanea visione dei due dipinti – ha detto Marubbi – consente anche di ripercorrere il tema iconografico della Fuga in Egitto e dei molteplici episodi ad esso collegati, mettendo a fuoco una riflessione teologica e soprattutto iconografica sul tema delle Storie dell’infanzia di Cristo attraverso i secoli, a partire dal Medioevo fino ai nostri giorni. Le due tele vengono affiancate da una selezione molto precisa di avori, sculture, miniature, dipinti e incisioni sul tema nelle sue varie declinazioni che permetterà di seguirne l’evoluzione nell’arte occidentale, dapprima con accenti marcatamente fiabeschi e poi, proprio a partire dalla serie di opere di Orazio Gentileschi, focalizzandosi sulla centralità della Sacra Famiglia”.
La presenza di opere di importanti maestri come Martino e Callisto Piazza, Savoldo, Maratta, Rembrandt, Legnanino, Piccio, Sironi e tra le incisioni opere di Schongauer, Dürer, Procaccini, Rembrandt, Tiepolo rende la mostra particolarmente interessante.
Il racconto della Fuga in Egitto, tramandato dal solo Vangelo di Matteo, è tra quelli più amati dagli artisti e dai loro committenti. Un interesse che portò al fiorire di una cospicua letteratura e stimolò una serie straordinaria di invenzioni pittoriche, attingendo non solo al beve passo tramandato dall’Evangelista ma anche, e di più, dai Vangeli apocrifi.
La ricchezza dei temi, dei supporti e delle tecniche, unita ad un ampio respiro temporale, fa di questa mostra un momento unico per lo studio e la comprensione di uno dei temi meno conosciuti della vita di Cristo.
Accanto alle due versioni riunite a Cremona, se ne conoscono altre due, l’una al Louvre e al Birmingham Museum la seconda. Dipinti che sono riconosciuti tra i più intriganti del primo Seicento italiano.
Le due versioni esposte all’Ala Ponzone risalgono al momento in cui Orazio Gentileschi – forse il più precoce, intelligente e spregiudicato interprete tra i pittori caravaggeschi – godeva di enorme fama internazionale. Fama accresciuta a Parigi e ampliata a Londra dove era stato chiamato da George Villiers, primo duca di Buckingham.
La caduta di Re Carlo I d’Inghilterra provocò anche quella del suo potente ministro e la sua “Fuga in Egitto” venne messa all’asta da George Cromwell ad Anversa nel 1646. Finì nelle collezioni dell’arciduca Leopoldo Gugliemo, per il suo castello di Praga, e infine al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Anche la seconda versione non ebbe pace. Dopo vari passaggi, nell’Ottocento il dipinto finì anch’esso nella collezione dei Duchi di Buckingham, a sostituire il gemello finito a Praga. Riproposto sul mercato, entrò a far parte della collezione di Paul Getty a Malibu e oggi è uno dei tesori di una collezione privata di Mantova.
Per la prima volta nella storia, le due versioni “Buckingham” del “Riposo durante la fuga in Egitto” vengono esposte vis a vis, grazie al prestito concesso dal museo viennese che, in cambio, riceverà dai Civici Musei di Cremona uno dei loro capolavori, il “San Francesco” di Caravaggio.