'Sul teatro scelte verticistiche': la consigliera Pd Bencivenga lascia il gruppo e va nel Misto
Si aggiunge un altro capitolo alla vicenda della nomina del nuovo sovrintendente del Ponchielli. La consigliera del Pd Livia Bencivenga, che nell’ultima seduta del consiglio comunale si era allontanata al momento del voto dell’Odg di Maria Vittoria Ceraso, annuncia la sua uscita dal gruppo consigliare. Resta in Consiglio ed entra nel gruppo Misto, di cui al momento sarà l’unica rappresentante.
La sua lettera, inviata al segretario del Pd provinciale Vittore Soldo, spiega bene i motivi della scelta.
“Vi preannuncio che domani presenterò le mie dimissioni dal Gruppo Consiliare del Pd e chiederò al Presidente del Consiglio comunale di aderire al Mono Gruppo da Indipendente.
Per correttezza istituzionale e per mia cultura ed onestà intellettuale ritengo doveroso parteciparvi le ragioni di queste mie dimissioni. Esse nascono da un profondo disagio politico a fronte di scelte e metodi che non condivido e motivate dalla necessità di “Agire” e di trasmettere con esse il mio dissenso su tali scelte.
Mi riferisco al percorso ed al metodo effettuato per scegliere e nominare il nuovo Sovraintendente del Teatro Ponchielli, un sistema che non esito a definire verticistico, autoritario, di parte e non partecipato e condiviso con chi rappresenta i cittadini.
L’Istituzione Teatro rappresenta simbolicamente l’”Anima” di una Città; esso è un simbolo culturale, artistico, storico ed in esso , nel corso degli anni e nelle sue raffinate esecuzioni teatrali, la Città vive e trasmette la sua “Anima”. Vi invito a pensare cosa rappresenta per la città di Milano il Teatro La Scala, per Napoli il Teatro San Carlo e per Palermo il Teatro Politeama (solo per nominarne qualcuno).
Un Teatro racchiude in se i Valori, la Vita Sociale, Culturale e Politica non solo di una Città ma di un intero Territorio e le scelte fatte arbitrariamente ed in solitario su di esso possono pregiudicarne non solo l’armonia culturale e sociale, ma anche l’equilibrio stesso tra le Forze, le Istituzioni, i Gruppi e le Organizzazioni che vivono e gestiscono quel territorio.
Non intendo entrare nel merito professionale ed artistico del Sovraintendente prescelto, non è mio compito, ma è mio Diritto/Dovere, in qualità di Consigliere Comunale ed appartenente ad un Partito di Maggioranza che si è assunto l’onere e la responsabilità di scelte strategiche per la Città (e la scelta di un Sovraintendente del Teatro fa parte di questo onere) essere coinvolta in queste scelte all’interno di un dibattito nel Partito e nei vertici di Maggioranza.
Ciò non è avvenuto ed ho scelto di conseguenza.
Colgo l’occasione per trasmettere all’Onorevole Pizzetti i miei più vivi complimenti in merito al suo articolo su questa spiacevole vicenda politica ; egli con parole più appropriate delle mie, ha saputo evidenziare e sottolineare l’infelice percorso che ha portato alla scelta teatrale ed il disagio politico che tale percorso ha provocato all’interno della maggioranza e le perplessità ed i dubbi nell’intera comunità locale.
Desidero anche ringraziare il Segretario provinciale Vittorio Soldo per il suo deciso intervento sull’argomento Teatro Ponchielli che condivido in pieno e che rafforza la mia critica politica sull’argomento.
Inoltre, colgo anche l’occasione per prendere le distanze ,non solo politiche, dalle parole improvvide, fuori luogo, infelici, prive di alcuna rilevanza politica sul tema, pronunciate dall’assessore alla “cultura” Burgazzi durante il dibattito sul Ponchielli e rivolte ai colleghi consiglieri Maria Vittori Ceraso e Carlo Malvezzi, a cui esprimo la mia solidarietà ed a cui chiedo di archiviare quell’infelice episodio che va addebitato esclusivamente alla persona che l’ha provocato, ma non ad un Partito, il Pd, ed ai rappresentanti di quel Partito che usano sempre uno stile politico ed affermazioni politiche corrette ed appropriate.
Concludo affermando che queste mie dimissioni non recidono il legame politico con la maggioranza in consiglio comunale e neppure il legame identitario con il Partito Democratico, ma esse rappresentano la necessità politica di una piena autonomia da un quadro politico pervaso da autoritarismo e scarsa partecipazione e condivisione nelle scelte strategiche da parte del vertice dell’amministrazione comunale, ma non escludono che, venendo meno questo clima politico, io possa riflettere sulle scelte e ripensare sulla mia decisione”