Da una parte l’assessore Luca Burgazzi che si scusa attraverso la sua pagina Facebook per le parole rivolte ai consiglieri di minoranza Maria Vittoria Ceraso e Carlo Malvezzi nel Consiglio comunale di lunedì scorso (grosso modo: “Eviterei di parlare di amicizie da parte vostra”); dall’altra la risposta per nulla soddisfatta della consigliera di Viva Cremona, attraverso lo stesso social; e al centro un Pd incerto (per usare un eufemismo) sulla posizione da prendere. Infatti, già all’indomani del Consiglio si vociferava di una lettera di scuse ai due consiglieri per la velata allusione di Burgazzi a un procedimento penale che li vede coinvolti come indagati. Quella lettera non è mai stata formalizzata o quantomeno non è ancora stata resa pubblica nonostante molti tra i consiglieri del Pd l’avessero auspicata.
Burgazzi è segretario cittadino del Pd, oltre che assessore alla Cultura. Questo il suo messaggio su FB: “Nei toni troppo concitati ieri in consiglio comunale ho fatto una battuta infelice e me ne scuso. Tuttavia credo che sulla vicenda del Teatro si siano usati toni fuori luogo e lontani dal merito della questione. Il punto è che dobbiamo tornare a parlare del Teatro e del progetto culturale della città”.
Molto più articolata la risposta di M.V.Ceraso: “Le scuse sono sincere e pertanto apprezzabili quando prima ancora che pubblicamente (nella forma adeguata in considerazione del ruolo che riveste chi ha formulato l’offesa) sono fatte tempestivamente e direttamente prima di tutto alla persona interessata.
Le scuse dell’Assessore alla Cultura affidate ad un post su Facebook, a 24 ore di distanza dall’accaduto, definendo una “battuta infelice” quella che è stata un’illazione gravissima, cattiva e offensiva sul piano non solo politico ma soprattutto personale, sanno tanto di una mera formalità, probabilmente sollecitata o addirittura imposta da altri che, pur rendendosi conto della meschinità dell’attacco, non se la sono sentita evidentemente di prendere pubblicamente le dovute distanze, come sarebbe stato corretto fare in una simile circostanza a prescindere dall’appartenenza politica (…) Respingo in toto le giustificazioni legate ai toni utilizzati nel confronto perché da parte mia c’è sempre stato rispetto nell’esposizione dei fatti tutti ben circostanziati come sono solita fare nei miei interventi (…)”.
“Mi spiace tanto – conclude Ceraso, riferendosi direttamente al padre, Giuseppe, politico di lungo corso a Cremona – perché l’esempio che ho sempre voluto seguire in politica era quello di mio padre che litigava ferocemente con tutti riuscendo però a mantenere sul piano personale relazioni amicali belle e sincere. Ci ho provato anch’io, anche recentemente, dimostrando vicinanza a chi, come il Sindaco Galimberti o l’Assessore Burgazzi, ha vissuto la malattia legata al Covid sulla sua pelle o in famiglia, senza ricevere però dagli stessi alcuna solidarietà o vicinanza rispetto alla mia dolorosa vicenda. Forse nutrono qualche sospetto sulla mia onestà e correttezza?”.
Dal Pd provinciale per ora tutto tace. La sottoscrizione della lettera di solidarietà dei consiglieri comunali ai due esponenti della minoranza pare essersi fermata, nonostante un buon numero di loro l’avesse sollecitata, segno della profonda divisione che si è creata nel partito di maggioranza. La voglia di dimenticare in fretta questo inciampo è tanta da parte della maggioranza, ma non è detto che sarà possibile.
Solo pochi giorni prima della scelta di Cigni, il segretario provinciale Vittore Soldo, aveva espresso al sindaco l’auspicio che “l’indicazione del nuovo Sovrintendente avvenga in modo unitariamente condiviso: questo farebbe superare le fatiche e le lacerazioni dei mesi scorsi”. Non è andata così.
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