La morte di Mauro Pamiro: nel corpo del prof nessuna traccia di droghe pesanti
Nel corpo di Mauro Pamiro, il 44enne professore e musicista cremasco trovato privo di vita lo scorso 29 giugno nel cantiere edile di via Mazzolari, nel quartiere dei Sabbioni a Crema, non sarebbero state trovate tracce di allucinogeni o droghe pesanti. Lo riporta il quotidiano ‘Il Giorno’. Queste le primissime indiscrezioni sull’esito degli esami tossicologici disposti dalla procura di Cremona che crede fermamente nella tesi del suicidio. “Nessun giallo”, aveva già detto il procuratore Roberto Pellicano, “ma un drammatico fatto che riguarda la vita privata delle persone”. Tre le ipotesi a cui al principio avevano lavorato gli investigatori: l’omicidio, il suicidio, oppure un incidente. A luglio il procuratore aveva ufficialmente escluso la prima tesi che aveva portato ad iscrivere nel registro degli indagati la moglie di Pamiro, Debora Stella, 40 anni, grafica pubblicitaria. “Riteniamo”, aveva sostenuto due mesi fa il procuratore, “di aver raggiunto elementi sufficienti per escludere le responsabilità di terzi nella vicenda”. La famiglia di Pamiro, però, non concorda con l’ipotesi del suicidio e per cercare di capire cosa è successo si è rivolta a due consulenti: il genetista forense Marzio Capra, nominato dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni che assiste Franco Pamiro, il papà di Mauro, e l’ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano per Marisa Belloni, la mamma della vittima. Garofano è anche consulente in un altro giallo cremasco: quello della 39enne Sabrina Beccalli. Martedì i due consulenti si incontreranno per esaminare alcuni reperti.
Mauro Pamiro, morto nella notte tra sabato 27 e domenica 28 giugno, ha raggiunto scalzo il cantiere edile, lanciandosi dall’impalcatura di una villetta in costruzione. L’autopsia ha stabilito che le lesioni riportate sono compatibili con una precipitazione e che il buco in mezzo alla fronte sarebbe stato provocato da una pietra, un sasso raccolto vicino al cadavere e sul quale è stato trovato del sangue. Ma l’altezza da cui il professore-musicista è precipitato è sufficiente per perderci la vita?. “Mio figlio aveva la distrofia”, aveva fatto sapere il padre Franco, ingegnere in pensione, convinto che Mauro non avrebbe potuto arrampicarsi su quel ponteggio. Pamiro soffriva della distrofia muscolare di Becker, una malattia degenerativa progressiva e invalidante che, pur consentendogli una certa libertà di movimento, gli causava forti dolori. Per l’Inps, Mauro Pamiro era invalido al 35 per cento.
Sara Pizzorni