Cronaca

Bosio al Lions: '500 morti negli ospedali di Cremona e OglioPo, ma paura non fermi speranza'

I disastri e i lutti lasciati dal Covid e lo spettro di una seconda ondata che si sta facendo sempre più concreto visto l’aumento lento ma continuo dei nuovi casi. Nella sola Lombardia ieri ci sono stati 277 nuovi casi di positivi (su oltre 20mila tamponi) e 7 in provincia di Cremona. I ricoverati in terapia intensiva in Regione sono a quota 30 e quelli meno gravi ma pur sempre bisognosi di un ricovero sono 300.

Di Covid si è parlato ancora una volta a Cremona, giovedì scorso nella conviviale del Lions Club Campus Universitas Nova presso  la ‘Cittadella” di via Bissolati. Ospite qualificato, il  dottor Giancarlo Bosio, primario pneumologo e capo Dipartimento Medicina all’ospedale di Cremona, orami prossimo al pensionamento, ma in prima linea da mesi contro la malattia.  “Dalla paura alla speranza” il titolo della sua relazione. Quasi 500 – ha detto tra l’altro – i pazienti deceduti per le complicazioni dovute alla malattia, nei due ospedali di Cremona e Casalmaggiore.

La paura, ha detto, è funzionale alla nostra sopravvivenza, individuale e collettiva. Giacché siamo vulnerabili e fragili, avere paura è segno di normalità. Soltanto chi è incapace di cogliere, considerare e valutare il pericolo, come il cucciolo d’uomo e l’adulto che rasenta l’onnipotenza, non conosce la paura. In questa situazione, la paura e l’ansia si fondono insieme, rendendo a noi tutti il compito della loro gestione ancor più difficile. La paura ha per oggetto una realtà esterna, relativamente circoscritta e definita, percepita come pericolosa, dalla quale ci si deve difendere, sfuggendo, evitandola o eliminandola. L’ansia, invece, è, per così dire, una paura che viene dall’interno. Reazione immediata al pericolo, l’ansia può sorgere in noi per diverse ragioni, tra queste vi è la percezione del sentirsi particolarmente fragili, quindi il timore di non riuscire ad affrontare e gestire la situazione in modo adeguato e con strategie efficaci. Sia la paura che l’ansia creano una tensione interna.
Bosio ha ricordato anche i colleghi che hanno perso la vita a causa del Covid. In momenti di forte stress, ansia e paura possono anche rappresentare un ostacolo a scelte e azioni sensate. “A certe condizioni, però – ha continuato –  esse possono spingerci al rinvenimento di un senso, ad aggrapparci a significati veri e a dimensioni essenziali della vita, a cercare legami con le persone dotate di una sensibile capacità empatica. La speranza, infatti, non alberga se non in una vita animata dalla passione per l’interiorità. Nella prospettiva della nostra interiorità, la speranza cristiana, in sé del tutto singolare, nasce e si alimenta in noi dall’incontro con il nostro prossimo. Solamente se abbiamo il coraggio di avere paura, la speranza ci è data in dono. Ci è chiesto, ora più che mai, di tenere in vita in noi la speranza, perché gli altri possano sperare, sapendo che donare la speranza significa non lasciarla morire in noi”.

Di completamento alla conviviale, la testimonianza del pediatra Giovanni Fasani, Past Governatore, dal quale è arrivato un forte richiamo all’univocità dell’operato Lions. «Quel che dobbiamo fare da Lions ci è detto negli scopi della nostra associazione. »
La serata è stata allietata, inoltre, da Alessandra Donelli, Delegata LCIF Distretto 108 Ib3, III Circoscrizione e dalla Presidente di Zona Mirella Marussich.
Infine, Angelo Chiesa, Past Governatore del Distretto 108 Ib3 ha premiato la professoressa Giovanna Concari, Segretaria del Campus Universitas Nova con la Melvin Jones, il più alto riconoscimento dell’Associazione concesso da un Presidente Internazionale: una medaglia d’oro con il simbolo ufficiale del Lions ed un nastro color oro e porpora per poterla appendere al collo.

 

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