Compie 90 anni Corrado Stajano, il maggiore tra gli scrittori cremonesi
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Compie oggi 90 anni il maggiore scrittore cremonese, Corrado Stajano. Ha scritto “Il sovversivo”, “Un eroe borghese” sulla storia dell’avvocato Giorgio Ambrosoli da cui è stato tratto anche un film, “Il disordine”, “Patrie smarrite” “Ameni inganni”, “La città degli untori” che vinse il premio Bagutta e tanti altri. L’anno scorso è stato uno degli autori usciti alla prima prova della maturità 2019 sul tema dell’eredità del Novecento.
Nato il 24 settembre del 1930 a Cremona, Stajano ha lasciato la sua città da tempo per intraprendere una fortunata carriera di giornalista e scrittore, nel corso della quale ha trovato spazio anche la sua passione per la politica. A Cremona Stajano è tornato l’ultima volta qualche anno fa, in occasione dell’anniversario della scomparsa di un altro illustre cremonese, lo scrittore e giornalista Giampaolo Dossena.
Laureato in giurisprudenza all’Università Statale di Milano, Corrado Stajano è stato collaboratore, redattore, inviato del Mondo di Mario Pannunzio, ma anche di Tempo Illustrato, Panorama, Il Giorno, Il Messaggero. Tra il 1987 e il 2003 è stato inoltre articolista e inviato del Corriere della Sera. Negli anni tra il 2003 e il 2006 ha invece tenuto una rubrica sull’Unità, per fare poi ritorno – nel gennaio 2010 – al Corriere della Sera. Il suo addio alla storica testata con cui collaborava da trent’anni, è avvenuto solo qualche giorno fa con una lettera inviata al presidente di Rcs Urbano Cairo. L’unico commento che il sito “Professione Reporter” è riuscito a strappargli è stato: “Il paese si è rotto”.
Stajano ha lavorato a lungo per la Rai come autore di documentari televisivi sui temi della politica, della cultura e del sociale. Tra i tanti, si possono ricordare: In nome del popolo italiano; Le radici della libertà; Nascita di una formazione partigiana, tutti con Ermanno Olmi; La repubblica di Salò (con Gianfranco Campigotto) e La forza della democrazia (con Campigotto e Marco Fini). Apprezzato autore, ha scritto diversi libri, tra i quali il celebre La città rossa (appellativo con il quale ha definito proprio la sua Cremona). Professore a contratto nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Padova nell’anno accademico 1985-1986, Stajano è stato anche senatore della Repubblica eletto come indipendente nelle liste del Partito Democratico della Sinistra nella XII legislatura (1994-1996). In qualità di senatore ha fatto poi parte della Commissione Giustizia e della Commissione Antimafia.
Autore di alcuni importanti saggi – inchiesta sui grandi casi di cronaca politica dagli anni ’70 ad oggi, Stajano ricorda Cremona in Patrie Smarrite, del 2001. Il volume, è una sorta di diario di alcuni soggiorni dell’autore nelle due città natali dei genitori (le patrie smarrite richiamate nel titolo): la siciliana Noto e, appunto, Cremona, città natale sua e della madre. Della nostra città, l’autore ricostruisce nel volume la reazione alla precipitosa fuga del gerarca Roberto Farinacci dopo il 25 luglio 1943 e trova moralmente disdicevole la complicità col peggiore fascismo di allora e per nulla familiare la «compiaciuta pacatezza» e l’involgarimento odierni.
«Cade il fascismo il 25 luglio 1945 e a Cremona non accade nulla – scrive l’autore – […] In Sicilia ci fu un sussulto, i cittadini discutevano, scrivevano, qui soltanto il greve silenzio complice della pianura padana». Ma tanto in Sicilia quanto a Cremona, Stajano annota le compromissioni e gli opportunismi della borghesia italiana verso il fascismo, e quello su cui indaga è proprio il tipo di reazione della popolazione delle sue due città.