E' morto l'avvocato Antonino Rizzo. Uomo di legge e di impegno civile
E’ morto l’avvocato Antonino Rizzo. Nato a Cremona il 3 aprile 1944, lo scorso anno è stato festeggiato dall’Ordine degli avvocati per i cinquant’anni di professione forense. Dopo il liceo classico al Manin, si è laureato all’Università di Pavia, dove è stato alunno del Collegio Borromeo. Era un fuoriclasse nel diritto amministrativo con parecchie esperienze anche in campo politico e di gestione della cosa pubblica (consigliere del canale navigabile, poi dell’azienda regionale dei Porti e presidente del Comitato Regionale di Controllo). Il suo nome è stato associato ad alcune storiche battaglie davanti al Tar o al Consiglio di Stato. Da ricordare una lunga controversia sull’Aler in una diatriba tra presidente e consiglio di amministrazione, oppure la battaglia a favore della legittimità dell’insediamento Coop sulla Paullese o il ricorso contro la costruzione della strada sud che ha impedito la cementificazione della fascia verde compresa tra Cremona e il Po. E ancora le sentenze ottenute dai tribunali sul tema delle quote latte o le “cause elettorali” su liste o candidati.
L’ultima telefonata è stata la scorsa settimana. “Avrei voluto scriverti per Cremonaoggi un pezzo sul referendum ma sono qui a Cremona Solidale dove stanno cercando di rimettermi in sesto dopo una brutta caduta in casa con la quale mi sono fratturato il femore. Faccio fatica ma se riesco te lo mando scritto a mano, voglio essere presente e dire la mia”. Quel pezzo non è mai arrivato in redazione. Antonino non ce l’ha fatta. Oggi se n’è andato. Era un amico di vecchia data con cui spesso mi confrontavo su tanti temi della vita civile e di quella Cremona con cui aveva un rapporto di odio-amore. Ma, diceva, non potrei vivere da nessuna altra parte se non qui. “Negli anni settanta, un bravo giornalista, Mauro Masone, già direttore del Sole24 Ore, teorizzò l’idea di Cremona come isola civile. Non la condivido affatto. Cremona è soltanto un’isola. – ha scritto nel suo ultimo libro “I giorni dei gattopardi, i giorni degli sciacalli” uscito nel 2019 – Sin dall’Ottocento rimane infatti isolata dal resto della Lombardia e dalle più innovative dinamiche nazionali. Nell’Ottocento non volle il passaggio della ferrovia Milano-Bologna. Così pure, un secolo dopo non volle che sul suo territorio fosse costruita l’Autostrada del Sole. Senza parlare, poi, del rifiuto di ospitare la facoltà di Agraria dell’Università Cattolica che il Rettore padre Gemelli avrebbe voluto a Cremona, anziché a Piacenza”.
Come gli ricordavo spesso, Antonino, ottimo avvocato, avrebbe potuto benissimo fare il giornalista. Sapeva scrivere bene, aveva cultura, ironia, curiosità e una straordinaria memoria. Ha scritto fin dal liceo sul giornale studentesco l’Ulisse, cattolico, europeista e liberale che si contendeva la piazza con il Mappamondo conservatore di Antonio Leoni. Memorabile una serie di articoli (una trentina) apparsi su “La Vita Cattolica” in cui denunciava la devastazione urbanistica del centro storico. E’ stato un mio collaboratore al quotidiano “La Cronaca” e all’online “CremonaOggi”.
Il suo ultimo libro, “I giorni dei gattopardi, i giorni degli sciacalli. Itinerario di un avvocato di provincia”, è affascinante. Vi si affacciano persone e ambienti che Rizzo ha incontrato negli studi liceali, all’Università, negli approcci con la politica nel movimento giovanile della Democrazia Cristiana, poi nel partito, al Collegio Borromeo, quindi nella professione. Ci sono figure di insegnanti, politici, avvocati, magistrati. Sembra quasi un recupero di identità attraverso cose, persone, racconti in cui l’autore vuole riconoscere poco o molto del nostro essere cremonesi. E’ quasi una indagine sul passato prossimo di Cremona. Antonino, pur critico sul destino ultimo della città, era innamorato di Cremona, del suo passato, del suo venire da lontano, dei personaggi che l’hanno percorsa e amata nella buona o nella cattiva sorte. Nel libro ci sono tanti personaggi: il papà, la cara mamma, i suoi maestri di studi, di legge, di politica, di vita.
Mario Silla