Cremona e Casalmaggiore, lettera a Spadafora: 'Responsabilizzateci ma aprite i palazzetti al pubblico'
Una lettera aperta al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, scritta a più mani da sindaci o assessori di comuni che ospitano sul proprio territorio società di sport indoor iscritte alle massime serie nazionali. Così, oltre a Tiziano Uez del comune di Trento, a Roberto Giovanni Fagnani per Ravenna, a Diego Bonavina per Padova e a Daniele Frongia per Roma, ecco pure le firme di Luca Zanacchi, assessore allo sport di Cremona e di Filippo Bongiovanni, sindaco di Casalmaggiore. Una lettera per dire che i comuni sono pronti a fare la propria parte e ad essere responsabilizzati perché lo sport indoor riparta senza pezze e senza mancanze, dunque anche col pubblico. La richiesta è partita da Trento, qualcuno si accodato, altri no: Cremona e Casalmaggiore però, come detto, ci sono, per chiedere un protocollo legato non solo alla possibilità di svolgere sport indoor ma soprattutto alla gestione degli spettatori. Che, a questi livelli in particolare, sono un elemento trainante e fondamentale. Un elemento però ancora in dubbio per quanto concerne la presenza sugli spalti, tanto che le varie campagne abbonamenti sono giocoforza ancora bloccate.
“Noi, amministratori delle città delle squadre di basket e volley, maschile e femminile, che militano in A1 – si legge nella lettera – vorremmo richiamare la Sua autorevole attenzione sul momento di particolare difficoltà vissuto dallo sport in questi ultimi mesi. Il quasi totale stop alle attività, imposto dall’emergenza sanitaria in corso, ci ha fatto comprendere, semmai ce ne fosse stato bisogno, la funzione fondamentale dello sport agonistico, sia di quello giocato sia di quello vissuto da spettatori: si tratta di un ruolo ricreativo, sociale e anche economico, si tratta di una componente determinante della vita delle nostre città a cui non vorremmo dover rinunciare nei mesi che verranno”.
“Alla vigilia della ripartenza dei campionati – si legge nello scritto – siamo preoccupati per l’attuale clima di incertezza. Anche se la quasi totalità degli sponsor ha confermato il proprio sostegno, dimostrando sensibilità e vicinanza alle squadre, la campagna abbonamenti è ferma, in attesa che vengano definite le opportune regole per disciplinare la presenza del pubblico. Pubblico che è un pilastro imprescindibile per le società sportive e che, avendo dimostrato già in passato di essere maturo e responsabile, siamo sicuri potrà garantire, anche in questa circostanza, il massimo rispetto dei protocolli che verranno definiti in funzione anti Covid”.
“Egregio Ministro, sicuri del Suo sostegno e del Suo impegno in materia – chiedono i sindaci e gli assessori firmatari – Le scriviamo per chiederLe di agevolare la ripartenza dei campionati e la riapertura dei nostri palazzetti considerando la necessità di prevedere regole diversificate a seconda dei contesti; ci riferiamo in particolare al numero dei posti a disposizione del pubblico, che deve essere proporzionato alla capienza della struttura e non può né essere definito a priori né essere uguale per tutti. A questo proposito, riteniamo che le società sportive e i Comuni possano essere responsabilizzati nell’elaborazione di un piano cittadino capace di garantire il distanziamento fisico e insieme di tradurre in pratica tutte le precauzioni raccomandate dagli esperti”.
Seguono una serie di consigli, che di fatto confermano la voglia degli stessi comuni di essere responsabilizzati, per quanto concerne, nel caso specifico della Vanoli Cremona e dell’E’ Più Casalmaggiore, gli ingressi al PalaRadi e pure alla Baslenga, almeno in riferimento agli allenamenti del volley. “Ingressi scaglionati, riduzione della capienza in base al numero di posti disponibili, gestione del pubblico per settori, potrebbero garantire quelle condizioni di sicurezza che stanno a cuore non solo alle autorità sanitarie, ma anche alle società sportive e alle istituzioni pubbliche di cui, in quanto assessori e sindaci, siamo rappresentanti. Sollecitiamo pertanto la definizione tempestiva di protocolli in grado di salvaguardare insieme la sicurezza sanitaria, gli aspetti economici e quelli legati allo spettacolo. Conoscendo la serietà delle nostre società e il fair play del nostro pubblico, riteniamo che sia un’impresa possibile, a cui i Comuni sono pronti a dare il proprio contributo favorendo tutti gli adeguamenti organizzativi che si renderanno necessari”.
Giovanni Gardani