Da Cremona al fronte con l'Isis: condannato a 4 anni il foreign fighter Bougana
Il giudice per l’udienza preliminare di Brescia ha condannato a quattro anni di reclusione, Samir Bougana, il 26enne italo marocchino nato a Gavardo, vissuto a Cremona, a Piadena e infine a Canneto sull’Oglio, da dove, appena 16enne, si era trasferito in Germania nella città di Bielefeld dove aveva cominciato a frequentare le moschee degli estremisti islamici. Da qui, nel 2013, a soli 19 anni, era partito per la Siria per combattere con i miliziani dell’Isis. Per Bougana, processato con il rito abbreviato, il pm aveva chiesto una pena di sei anni e sei mesi. Secondo gli inquirenti, in Siria avrebbe “partecipato all’organizzazione denominata Is (lo Stato islamico) allo scopo di commettere atti in territorio siriano e in Europa”. Samir è stato il primo miliziano dell’Isis con passaporto italiano a parlare pubblicamente, e lo aveva fatto in una lunga intervista pubblicata nel febbraio del 2019 sul quotidiano “La Stampa”. Tra i suoi ricordi, anche le esperienze sportive a Piadena: “Ricordo i miei amici della squadra di calcio con cui giocavo da centrocampista, la Martelli. I miei parenti e amici in Italia non sanno di me: solo i miei genitori sanno”. Samir Bougana aveva raccontato anche della sua cattura: “Sono andato con un trafficante, ma lui lavorava nelle forze curde e mi ha consegnato. Spero di uscire da questa prigione: se andrò in prigione in Italia sarà sicuramente meglio”. “Sono andato in Sira per aiutare il popolo”, ha sostenuto al processo. “Non ho commesso atti di terrorismo, svolgevo servizi di sorveglianza a edifici”. Per gli inquirenti, invece, l’uomo avrebbe avuto un ruolo centrale nell’organizzazione dell’Isis, in particolare pare che fosse tra i coordinatori dei foreign fighters stranieri al servizio del califfato.
Sara Pizzorni