Cronaca

Morte Pamiro: i genitori non credono al suicidio e prendono contatti con il penalista Tizzoni

Per i genitori di Mauro Pamiro, il 44enne professore e musicista trovato cadavere il 29 giugno in un cantiere dei Sabbioni, il caso non va archiviato come suicidio. Il procuratore Roberto Pellicano è stato molto chiaro a riguardo: “Non c’è nessun giallo e sono escluse responsabilità di terzi. Si è trattato di un drammatico fatto che riguarda la vita privata delle persone. Riteniamo di aver raggiunto elementi sufficienti per escludere le responsabilità di terzi nella vicenda ed anche se le attività di ricostruzione non sono terminate, si avrà presto un quadro molto più chiaro che, in ogni caso, sarà oggetto di una attività giurisdizionale, essendovi una persona iscritta nel registro degli indagati che sarà verosimilmente oggetto di richiesta di archiviazione”.

Ma la mamma Marisa Belloni e il papà Franco non si rassegnano e per questo hanno deciso di contattare un noto penalista milanese: Gian Luigi Tizzoni, conosciuto per aver difeso la famiglia di Chiara Poggi – morta nel 2007 – ottenendo la condanna dell’allora fidanzato Alberto Stasi.

“L’hanno ucciso”, ha ripetuto più volte mamma Marisa ai giornalisti. “Mauro amava la vita, non può aver fatto una cosa simile”. A sostegno della loro tesi i genitori del 44enne hanno mostrato le carte che certificano che il figlio soffriva del morbo di Becker, una malattia neuromuscolare da atrofia e debolezza muscolare progressiva: “Poteva condurre una vita normale, ma di certo non avrebbe potuto arrampicarsi sul cantiere”.

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