Anche Cremona ha i suoi primi tutori volontari di minori stranieri non accompagnati
Anche Cremona ha i suoi tutori volontari di minori stranieri non accompagnati. Sono sette, tra donne e uomini, alcuni con alle spalle già esperienze di affido, dichiarati idonei a svolgere questo importante quanto impegnativo ruolo dal Garante dell’Infanzia Regionale.
Li ha incontrati questa mattina in Comune il Sindaco Gianluca Galimberti, affiancato dall’Assessore alle Politiche Sociali e delle Fragilità Rosita Viola. Erano presenti all’incontro anche Lara Raffaini, coordinatrice tecnica dell’Area immigrazione dei Servizi Sociali del Comune, e alcuni operatori di cooperative sociali del territorio che da anni si adoperano per la realizzazione di progetti di inclusione sociale e supporto educativo di minorenni stranieri.
Invitati a raccontare la loro esperienza, i volontari hanno spiegato di avere dapprima dato la loro disponibilità ad affrontare questo impegnativo compito, dopo di che hanno seguito un corso di formazione e di approfondimento, coordinato dell’Associazione Codici di Milano, sulle tematiche inerenti la tutela del minore, le migrazioni, la funzione di rappresentante legale di una persona di età inferiore ai 18 anni, privo di cittadinanza europea e di figure adulte di riferimento sul territorio nazionale. Un corso nel quale il Comune di Cremona ha avuto parte attiva portando la sua esperienza pluriennale nella presa in carico del minore straniero non accompagnato, fornendo informazioni e orientamenti per un buon assolvimento del ruolo di tutore.
La figura del tutore, delineata nelle sue funzioni giuridiche dall’articolo 357 del Codice Civile, è stato rafforzata dalla Legge 47/2017 (denominata Legge Zampa) che ha introdotto il ruolo del tutore volontario di cittadini minori non accompagnati sul territorio nazionale. L’idea di istituire questa figura rappresenta una scelta di alto valore civile: attribuisce infatti alla società ed alla cittadinanza il valore della tutela del minore come valore fondante dell’identità culturale di tutti i Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione di New York sui Diritti del Fanciullo.
La tutela volontaria, pertanto, non viene più interpretata dalle istituzioni pubbliche, come avveniva in passato, quando l’Assessore al Settore Politiche Sociali riceveva la nomina da parte del Giudice Tutelare del Tribunale Ordinario, ma viene attribuita al cittadino che, spontaneamente, si candida per essere nominato dal Tribunale per i Minorenni territorialmente competente (nel caso di Cremona quello di Brescia).
Al tutore è richiesto di rappresentare il minore e perseguire il suo superiore interesse, con particolare attenzione agli ambiti del luogo di dimora, della formazione, dell’istruzione, della regolarizzazione legale dei documenti per la permanenza sul territorio nazionale, della cura della salute e di tutte le azioni propedeutiche ad un armonico sviluppo e crescita della persona.
Il tutore può avvalersi naturalmente dei servizi del territorio, pubblici e privati, come avviene sul territorio cremonese. E nell’incontro di questa mattina è emerso come Cremona, su questo fronte, sia all’avanguardia in quanto ospita da tempo non solo strutture di accoglienza molto attive, ma anche una forma di collaborazione con le istituzioni pubbliche, in particolare i Servizi Sociali del Comune, ormai consolidato. Una rete nata e sviluppatasi partendo da un’analisi del fenomeno che è riuscita ad affrontare con successo, nel corso degli ultimi anni, situazioni piuttosto complesse.
Dopo la fase del lockdow, che ha inevitabilmente rallentato l’attività, anche se i tutori volontari hanno hanno proseguito la loro formazione e conoscenza, ora questi cittadini attivi sono pronti ad iniziare un’esperienza nella quale l’aspetto relazionale, come è stato rimarcato durante l’incontro, rappresenta la sfida principale. Ogni minore straniero ha una propria storia determinata dal Paese dal quale proviene, dalle vicende che si è trovato ad affrontare, dall’istruzione ricevuta, in alcuni casi carente se non del tutto assente, solo per citare alcuni aspetti. Si comprende pertanto il delicato compito che è chiamato a svolgere il tutore volontario che in ogni caso ha sempre come punto di riferimento gli operatori delle strutture di accoglienza e naturalmente i Servizi Sociali.
L’incontro di questa mattina, al quale faranno seguito momenti di carattere operativo, ha offerto l’occasione per impostare un rapporto di collaborazione efficace e costante il cui scopo è perseguire il superiore interesse di questa fascia sociale vulnerabile, obiettivo condiviso e riconosciuto sia in termini normativi che tecnico professionali.