Cronaca

Il nuovo ospedale divide la politica Rossi: 'Dopo Covid, Cr priorità per la Regione'

Amara conclusione del direttore generale dell'Asst di Cremona in Sala Quadri dopo l'incontro coi capigruppo: "I casi di Covid non sono finiti e ne stiamo riscontrando di nuovi".

foto Sessa

Non c’è consenso unanime sull’idea di un nuovo ospedale accanto al vecchio, illustrata oggi pomeriggio ai capigruppo consigliari dal direttore generale dell’Asst Giuseppe Rossi. Solo Forza Italia, con Carlo Malvezzi, è fermamente convinta che questo sia un treno da non perdere, mentre i partner di destra, Fratelli d’Italia con Marcello Ventura  e Alessandro Zagni per la Lega, si sono confermati freddi all’idea. Tiepido ma favorevole il Pd, che con Roberto Poli ha ribadito che prima di tutto c’è la riforma del sistema sanitario regionale, mentre forti perplessità vengono dagli esponenti della Sinistra, con Lapo Pasquetti e dai Civici di centrosinistra (Riccardo Merli). Su questa stessa linea anche Luca Nolli dei Cinque Stelle.

Se non ci fosse stato il cataclisma del Covid, in Regione l’idea di investire su un nuovo ospedale a Cremona non sarebbe mai venuta. Trapela dalle parole del direttore Rossi, che pur confermando i dubbi espressi da Ventura (“Mi sono informato in Regione: di nero su bianco non c’è ancora niente per Cremona”), è certo anche  “che gli uffici tecnici hanno messo la costruzione dell’ospedale di Cremona al primissimo posto” nella programmazione regionale.
“Ho parlato con Fontana” – ha aggiunto Rossi. “Dalle sue parole ho capito che il Mes non c’entra nulla. I soldi si troveranno perchè ci sono ripensamenti su alcune opere che dovevano essere fatte” e che ora sono scese nella scala delle priorità. “Oggettivamente il Covid ha modificato l’approccio originario. Il Covid ha fatto succedere qualcosa. Cambiano, presumo, alcuni capitoli di spesa per qualcosa che si è ritenuto meno importante dell’ospedale di Cremona”.
Di tempistica per ora ancora non si parla, lo si farà “nel momento in cui verranno allocati i fondi. Io personalmente sono per un concorso di idee, abbiamo un futuro da costruire”.

 Nell’illustrare la proposta, il dg Rossi ha descritto lo stato dell’attuale ospedale: “E’ stato costruito secondo la normativa precedente al 1970, in cemento armato. Abbiamo speso 300mila euro poco tempo fa per mettere in sicurezza i cornicioni da cui cadevano calcinacci.
E’ costruito per una sanità degli anni sessanta: con spazi molto rigidi. Una struttura gigantesca calibrata sulle necessità di allora, quando per una cataratta si stava dentro una settimana e adesso dopo due ore si è fuori.
Le due criticità principali sono la struttura rigida dei corridoi e stanze; poi gli adeguamenti  anti – incendio e antisismici, questi ultimi molto onerosi, in pratica bisognerebbe costruire una gabbia d’acciaio tutto intorno alla struttura. C’è poi la questione dello spreco energetico: ogni anno spendiamo circa 5 milioni per riscaldamento e raffrescamento. I costi per mettere a norma la struttura sono circa 195 milioni; costruirne una nuova accanto, in maniera modulare e non un progetto faraonico, costerebbe 250 milioni. Abbiamo già il terreno; non dovremmo modificare gli spazi: potremmo costruire un ospedale accanto mantenendo quello attuale in attività.
Mettere a posto l’ospedale, pur senza raggiungere il massimo dell’efficienza, implica 15 anni di lavoro; la Regione ha stabilito che i soldi ci sono (anche se non ancora deliberati, ndr)  la stima è di circa 3 anni per la progettazione e 4 -5 anni per la costruzione”.
“Gli ospedali oggi – ha continuato Rossi –  devono essere costruiti in maniera modulare e flessibile. Ogni cosa deve essere potenzialmente qualcosa altro. Le sale operatorie potrebbe diventare inutili in prospettiva in certi casi”.

LE REAZIONI POLITICHE – Marcello Ventura, Fratelli d’Italia. “Credo che l’ospedale debba essere visto come la parte finale di un progetto di cambiamento della sanità sul territorio. Quale è il progetto Fontana per revisionare la sanità territoriale?”
Lapo Pasquetti, Sinistra per Cremona: il nostro timore è che l’investimento che verrà messo in campo dalla Regione sia di tale portata che prosciugherà ogni altro tipo di investimento su altre strutture del territorio, Oglio Po ad esempio, che versa in condizioni non migliori di questo ospedale. Che ne è del trasferimento del CPS da viale Trento e Trieste a vicolo Maurino? Mi risulta che vada a rilento per problemi economici. Quello dell’ospedale è un ben progetto, ma l’esperienza del Covid ci ha insegnato l’importanza della dislocazione territoriale dei presidi”.

Per Rossi la questione non si pone: ogni euro speso nella struttura vecchia è un euro buttato via. “Questo progetto non impatta sul finanziamento delle altre strutture, anzi evita di buttare via risorse.

Roberto Poli, Pd: sul sistema socio sanitario lombardo il Pd ha già fatto le sue critiche, ma oggi non è il momento di parlarne. E’ un sistema che ha sicuramente punti di eccellenza, ma ha palesato criticità su cui bisognerà lavorare.
Se oggi c’è una disponibilità economica della Regione e senza accensione del prestito Mes, vedo un po’ difficile rifiutare la disponibilità di effettuare un ospedale nuovo. Ma non possiamo immaginare un super ospedale che assorba l’intera provincia di Cremona: non solo perchè ci sono specificità territoriali da rispettare, ma anche perchè l’emergenza Covid ci ha insegnato che i presìdi territoriali sono importanti.

Riccardo Merli (Cremona Attiva): “La preoccupazione dei sanitari è che spostando l’attenzione sulla struttura ospedaliera, si accantoni il problema che c’era e che c’è e che riguarda non tanto la ‘scatola’, ma chi vi lavora dentro. A me sembra che siano molto importanti gli operatori sanitari. La cosa più importante sono le persone, mi è sempre stato detto. Lei sa benissimo che c’è molto malcontento da parte degli operatori sanitari e anche da parte della popolazione. Purtroppo l’ospedale di riferimento per molti cremonesi non è quello di Cremona.
Pensate di coinvolgere gli operatori sanitari in questa progettazione oppure è qualcosa arrivato dall’alto? Questo sarebbe un grave errore per la nostra comunità”.

“E’ avveniristico pensare al livello di coinvolgimento delle persone, qui stiamo parlando di due ipotesi: ristrutturazione o nuovo ospedale”, ha risposto Rossi. “Non è questa la sede per parlare di personale, disponibile ad altro incontro, ma teniamo presente che ogni capitolo di spesa è come un silos che non ha niente a che fare gli altri”.

Carlo Malvezzi, FI. “I nostri padri ci hanno consegnato un ospedale nuovo 50 anni fa ed oggi non è più adeguato. Dobbiamo parlare della sanità del domani ma anche quella dell’oggi. Quanto di stravolgente ha investito questo territorio ci ha portato all’attenzione nazionale. I sanitari hanno risposto in modo molto generoso all’emergenza, il personale sanitario ha operato con grandissima flessibilità: perchè non dare a queste professionalità una struttura altrettanto agile?

Se non prendiamo questa opportunità, se ci soffermiamo a fare mille obiezioni, altri territori vicini a noi, come Piacenza, dve c’è già un progetto, ci supereranno. Ora serve procedere con il progetto, il problema non è la rinuncia al Mes, a noi interessa che i nostri figli abbiano un ospedale che risponda ai loro bisogni”.

Luca Nolli, M5S:  L’ospedale non è fatto solo di pareti, vedo che il direttore vuole parlare solo di questo. Noi non abbiamo preclusioni sul nuovo ospedale, ma quella è solo una scatola. Ricordo quando Gallera venne a Cremona per il declassamento dell’Utin. Si parlava di ospedali hub, centrali e periferici … poi si è visto con il Covid che serviva un ospedale forte. Il problema non sono le pareti, ma il personale, che deve essere valorizzato.

Alessandro Zagni, Lega: “Ci ha detto che questo progetto era già nelle sue intenzioni quando arrivò a Cremona, non è una cosa di ieri”, ha detto rivolto a Rossi. In questo momento lei ci ha detto che si tratta di un’idea. Vorrei capire da dove derivano questi fondi regionali e se esistono sulla base di un progetto”.

“Di nero su bianco non c’è nulla”, ha concluso Rossi, ribadendo però che lo staff tecnico regionale considera ormai Cremona una priorità. Anche perchè, è stata l’amara conclusione del dg in Sala Quadri, “i casi di Covid non sono finiti e ne stiamo riscontrando di nuovi”.

g.biagi

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