Centri estivi: interessato il 10% dei bimbi di asili e materne, le famiglie temono il contagio
Centri estivi al via. Ieri 15 giugno alcuni dei 20 soggetti – tra cooperative, associazioni, circoli sportivi – che hanno presentato in Comune i loro progetti, hanno già iniziato l’attività come da disposizioni statali e regionali. Tra questi la canottieri Bissolati: “La partenza è stata buona” sottolinea il presidente Maurilio Segalini. “L’unica preoccupazione è legata al maltempo. Nei prossimi giorni è infatti prevista pioggia, e questo renderà più difficile gestire le attività, perché si dovrà fare tutto al chiuso”.
Tutte le canottieri – 300 in tutto i bambini coinvolti nelle loro attività – hanno ricevuto le certificazioni di Comune e Ats, ma ora devono misurarsi con sfide non da poco: “Il lavoro è molto impegnativo. Ad esempio noi alla Bissolati abbiamo un gruppetto di 7 bambini dai tre a sei anni, che richiedono l’impiego di due educatori. Poi c’è il lavoro dei coordinatori, dei responsabili Covid… insomma, si tratta di una grande mole di cose da fare”.
La questione degli alti costi di quest’anno, imposti dalle norme anti Covid, è una delle problematiche aperte. “In pochissimi giorni a livello di amministrazione comunale – ha spiegato ieri in consiglio comunale l’assessore Maura Ruggeri in risposta all’interrogazione sui centri estivi presentata da Simona Sommi (Lega Nord) – attraverso una ricognizione puntuale delle risorse e implementando il budget iniziale con altre risorse da dedicare a queste attività, siamo arrivati a stanziare la somma di tutto rispetto, direi, di circa 400.000,00 euro. Sicuramente un budget sufficiente per consentire l’avvio delle attività estive per un periodo stimato in almeno 4 settimane. Sarà necessario un monitoraggio dell’andamento delle attività nonché una verifica delle risorse che dovranno essere successivamente implementate dal budget nazionale destinato per la copertura delle attività anche nel mese di agosto”. Il Comune inoltre è ancora in attesa di conoscere il riparto dei 150 milioni previsti da uno degli ultimi decreti ministeriali per alleviare il più possibile la spesa delle famiglie.
Per poter usufruire di questi aiuti pubblici, i gestori dei centri estivi devono effettuare una co-progettazione col Comune e proprio ieri sera, al termine del consiglio comunale, si è svolta una Giunta volante per deliberare i criteri per la concessione di contributi e inviare il più presto possibile le lettere di invito ai soggetti. Il finanziamento “sarà finalizzato ad un congruo abbattimento della retta esposta alle famiglie con particolare riguardo a esigenze di conciliazione, disabilità e situazioni di fragilità. Si valuterà l’impatto educativo e sociale delle attività, l’esperienza e competenze del soggetto gestore in campo educativo e sociale; il numero di soggetti disabili accolti; il numero di soggetti fragili accolti (in carico ai servizi sociali; le iscrizioni liberamente aperte a tutti i cittadini residenti all’interno del Comune di Cremona con particolare attenzione alle esigenze di conciliazione di famiglie”. ha spiegato ancora Ruggeri. Non ultima, a far variare di molto i conti, è l’età dei bambini iscritti: per la fascia 3 – 5 anni serve un educatore ogni 5 bambini; tra i 6 e i 10 anni il rapporto è di 1 a 7 e tra gli 11 e i 17 anni di 1 a 10.
“Più in fretta di così non potevamo fare” ma, ha aggiunto l’assessore, “una grossa incognita è rappresentata dall’effettivo numero di iscrizioni. Le esigenze dell’utenza sono state riscontrate attivando le educatrici delle materne e degli asili nido comunali attraverso un sondaggio telefonico con le famiglie che fanno riferimento ai servizi comunali. L’esito è stato di un interesse diffuso e, circa un 10% delle famiglie iscritte nei servizi comunali ha manifestato in modo convinto una intenzione d’iscrizione ai centri estivi per esigenze prevalentemente dovute a motivi di conciliazione, (corrisponde a circa 90 famiglie), tuttavia molte famiglie hanno espresso anche timori rispetto ai rischi di contagio. Abbiamo notizia anche di un sondaggio che è stato effettuato dai gestori dei servizi per l’infanzia privati che segnala un interessamento di circa il 50% delle famiglie contattate, ma non abbiamo avuto ulteriori specificazioni in termini numerici. In sintesi direi che un dato reale su cui ragionare l’avremo solo a iscrizioni completate almeno dalla prima tranche di gestori”. g.biagi – l.bosio