Nuovo ospedale, si scalda la partita. Stop anche della Lega: 'No ai soldi del Mes'
Si scalda la partita intorno al nuovo ospedale di Cremona da realizzare con i fondi del Mes. Una partita che, però, si gioca più ancora che a livello di alleanze – nazionali o territoriali che siano – e prima ancora del merito dell’opera in sé, sul piano prettamente politico ed in particolare sulla posizione che hanno le varie forze sul ricorso allo stesso Mes. Perché Lega e Movimento 5 stelle sono contrari al fatto che l’Italia possa farne richiesta, mentre Forza Italia è favorevole allo strumento, con il Partito Democratico che non è contrario a questi fondi europei ma che, a livello locale, ha espresso alcune riserve. Il quadro insomma è composito.
Il senatore leghista Simone Bossi, infatti, spiega: “Mi sembra prematuro dire come verranno investiti i soldi del Mes, se questo governo deciderà di ricorrervi vederemo più avanti e valuteremo come ripartirli sui territori. La nostra posizione sul Mes, in ogni caso, è chiara: in questo momento ci sembra poco intelligente chiedere questi soldi, anche perché sarebbe un suicidio per le prossime generazioni”. E sulla posizione di Forza Italia, alleata alla Lega sia in Regione che in Comune a Cremona, oltre che insieme all’opposizione in Parlamento, sottolinea: “Loro sono a favore del Mes, per cui è chiaro che hanno una progettualità diversa dalla nostra che invece siamo sempre stati contrari. Ripeto, parlare ora di come spendere questi soldi mi sembra prematuro”.
La proposta di un nuovo ospedale da 700 posti dal costo di “450 milioni di euro” reperibili tramite il Mes era stata lanciata lo scorso 28 aprile da Forza Italia, per bocca di Massimiliano Salini, europarlamentare e coordinatore lombardo degli azzurri, oltre che dal coordinatore provinciale Gabriele Gallina e dal capogruppo in Consiglio comunale a Cremona Carlo Malvezzi. “Il nuovo ospedale – avevano dichiarato – dovrebbe essere costruito partendo da strutture di ultimissima generazione, a servizio di tutto il territorio, anzitutto per un nuovo pronto soccorso e una medicina d’urgenza, e una nuova piattaforma diagnostica, che si è rivelata cruciale proprio nell’emergenza Covid-19 per valutare le condizioni dei pazienti” (qui l’articolo completo).
Anche le posizioni di Partito Democratico e Movimento 5 stelle, alleati a Roma, entrambi all’opposizione in Regione e divisi in Consiglio comunale, non sono del tutto omogenee. Con una nota a firma del segretario provinciale Vittore Soldo, il Pd aveva immediatamente espresso riserve sulla possibilità di costruire un nuovo ospedale: “La sanità lombarda ha bisogno di presidi e strutture territoriali intermedie e di rendere più efficace il presidio dei medici di base e non di strutture faraoniche o di cattedrali nel deserto”. Tuttavia Soldo aveva aggiunto: “Non sono e non siamo contrari a priori alla proposta formulata da Forza Italia. Sappiamo benissimo che l’ospedale di Cremona ha bisogno di fondi per l’adeguamento delle strutture. Ad oggi però sappiamo anche che una delle cose che è mancata alla sanità lombarda (ed in particolare a Cremona) perché ci fosse una risposta più efficace al coronavirus sono le strutture di sanità territoriale e prossimale, così come è mancata una forte risposta da parte dell’importante presidio dei medici di base, quasi abbandonati a loro stessi nell’emergenza”. Il segretario aveva quindi specificato: “Forse, prima di pensare e chiedere un nuovo e bellissimo ospedale – rispetto al quale non abbiamo preclusioni – sarebbe il caso di ripensare l’organizzazione e i presidi sanitari sul territorio, partendo proprio da cosa non ha funzionato nella drammatica emergenza del Covid-19 e su quanto, dell’esistente, ha funzionato ed è perfettibile” (qui l’articolo completo).
La posizione dei 5 stelle, espressa attraverso una nota congiunta del senatore Danilo Toninelli e del consigliere regionale Marco Degli Angeli, è stata invece molto dura: “Annunciare un mega ospedale da mezzo miliardo di euro, senza avere una visione, senza alcuna condivisione con il territorio, e soprattutto senza mettere in discussione il modello di gestione della sanità lombarda, è la classica operazione da venditori di fumo”. “Servono – avevano sottolineato i pentastellati – investimenti nella rete dei medici di famiglia e nella sanità territoriale, quella che il centrodestra ha smantellato in questi anni” (qui l’articolo completo).