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Elezioni contestate, la Lega incalza: 'Signoroni ancora membro del Cda dell'Ato'

Si avvicina la data del 17 giugno, nella quale è fissata l’udienza presso la Corte di Appello di Brescia, promossa dalla Provincia di Cremona contro l’ordinanza del 30 dicembre del Tribunale che dichiarava illegittima l’elezione di Mirko Signoroni alla presidenza.  Un giudizio che accoglieva in parte le richieste della Lega, basate sull’incarico di vicepresidente dell’Ato dello stesso Signoroni, all’epoca delle elezioni, avvenute a fine agosto. Oltre a questo la Lega chiedeva che venisse insediato come legittimo presidente l’altro candidato alla carica, Rosolino Bertoni, questione su cui il giudice però si dichiarava incompetente.

Proprio in vista dell’udienza d’appello, la Lega, rappresentata dall’avvocato Raffaella Borgogna, ha presentato memoria ai giudici, nella quale, dopo aver ripercorso la vicenda, non solo si evidenzia il fatto che Signoroni era da ritenersi ineleggibile alla data delle prime elezioni, ma che “addirittura si trovava anche al momento della seconda elezione (a metà novembre 2019, ndr)  altresì in condizione di incompatibilità in quanto ancora membro del Cda di ATO da cui, come appare chiaro dal testo delle dimissioni inviate, egli non si è mai dimesso, né era stato sostituito con nuova nomina del CdA. Anzi: il CdA di A.T.O. è stato prorogato con provvedimento della Provincia fino al 28 maggio 2020, dunque il Dott. Signoroni ne risulta ancora membro almeno fino a tale data. Le dimissioni rassegnate dal Dott. Signoroni in data 18 settembre 2019, relative per sua espressa dichiarazione letterale solo alla carica di vicepresidente, successive alla presentazione della candidatura alla competizione elettorale e alla sua elezione risultano totalmente inefficaci e non atte ad escludere la condizione di ineleggibilità in cui si trova il medesimo. Inoltre il dott. Paolo Mirko Signoroni, ancorché eletto, non risulta avere mai ottenuto la convalida degli eletti prevista dalla legge”.

Il 30 dicembre il Giudice del tribunale di Cremona dichiarava dunque ineleggibile Signoroni. Il 12 febbraio successivo l’avvocato Giovanni Gagliardi (che riveste anche la carica di consigliere provinciale), presentava ricorso in appello. Un ricorso inammissibile, secondo la controparte, in quanto sarebbe stato presentato in ritardo rispetto alla data ultima, il 29 gennaio. “Si sottolinea altresì – si legge in un passo della memoria –  come la professione di avvocato svolta dall’appellante impedisca allo stesso di eccepire una non credibile ‘ignorantia legis’ e le conseguenze della tardiva impugnazione”. Viene poi replicato alle ragioni presentate nel ricorso del 12 febbraio (leggi qui: La Provincia si appella contro l’ordinanza del Tribunale che dichiarò ineleggibile Signoroni)  tra cui, oltre a eccezioni di tipo procedurale, la Provincia fa valere la cessazione della materia del contendere: “La materia del contendere non può essere cessata, in quanto le elezioni del 25 agosto sono prodromiche, come correttamente rilevato dal giudice di prime cure, a ulteriori atti, quali l’illegittima nomina del vicepresidente e l’indizione di nuove elezioni per cui pende avanti il Tar di Brescia procedimento amministrativo che impugna tutti i provvedimenti emessi dal Dott. Signoroni medio tempore, ivi compresa la nomina del Vicepresidente e, pertanto, allo stato il presente procedimento è prodromico e preliminare a quello amministrativo volto all’annullamento degli atti emessi dall’ineleggibile ed incompatibile Presidente”.

Insomma la Lega, che insieme a Forza Italia e Fratelli d’Italia aveva sostento Bertoni alle ultime elezioni, non demorde. E al Tar pende ancora un altro giudizio, quello relativo alla legittimità degli atti amministrativi emessi da Signoroni.

 

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