Cronaca

'Devo nutrire i pitoni'. Ma i carabinieri non gli credono. Multa di 746,66 euro

L’avvocato Curatti

Durante il lockdown dovuto all’emergenza Coronavirus, sono molti gli animali da compagnia rimasti soli e affidati alle cure di parenti, amici o vicini a causa dei ricoveri ospedalieri di intere famiglie. Non solo cani e gatti o canarini, ma anche pitoni. Due, in particolare: Morgana e Drako. Anche loro sono rimasti soli per ben due settimane, ma non perchè la loro proprietaria fosse stata ricoverata, ma perchè era agli arresti domiciliari a casa della madre a Casalmaggiore. Preoccupata per loro, la proprietaria, Alice, ha chiamato il fidanzato Gionata, che abita a Roverbella, chiedendogli di prendersene cura e di dar loro da mangiare. Il pomeriggio del 25 aprile Gionata era diretto a Casalmaggiore munito di autocertificazione comprovante la necessità di recuperare i due pitoni affamati. A Marmirolo era stato fermato dai vigili che lo avevano lasciato andare, ma il 27 aprile era stato fermato una seconda volta mentre stava andando a prendere il secondo pitone. Una pattuglia dei carabinieri lo aveva fermato a Gazoldo degli Ippoliti. E lo aveva sanzionato: 746,66 euro. “Faremo ricorso alla prefettura di Mantova”, ha detto il suo avvocato Luca Curatti. Nel verbale di accertamento c’è scritto che “si spostava in assenza di comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o di motivi di salute in un Comune diverso”. “La giustificazione del mio cliente può sembrare una boutade, una bugia, oppure una sorta di presa in giro degli stessi agenti operatori”, ha spiegato il legale. “Di dichiarazioni bizzarre, in questo periodo di pandemia, ne abbiamo lette moltissime, abbiamo sorriso sulla fantasia degli italiani. In realtà, nel nostro caso la giustificazione è vera. Stiamo parlando di pitoni e, sicuramente, è un fatto piuttosto inconsueto. Se si fosse trattato di una coppia di cani piuttosto che di gatti, di animali domestici, nessuno avrebbe posto la minima opposizione. Nel dire pitoni e non avendoli lì in quel momento, magari si sono scatenate delle perplessità o si è ingenerata la convinzione di essere stati presi in giro dal ragazzo. Ma i pitoni esistono, sono due. Produrremo le fotografie, le certificazioni, la proprietà. In effetti, questi pitoni non erano accuditi, perché la loro proprietaria era davvero agli arresti domiciliari”.

Sara Pizzorni

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