Riaperture, ancora attesa. Rolfi: 'Manodopera agricola, aprire a disoccupati e corridoi verdi'
Ancora nulla di definitivo è stato deciso oggi in Regione sul tema delle riaperture tanto auspicate dal mondo economico. Oggi il presidente Attilio Fontana ha incontrato in teleconferenza le parti sociali ed economiche e tutti i sindaci lombardi; domani sarà la volta dei pareri del Comitato tecnico scientifico e del Governo. “Il tema – ha detto Fontana in un video diffuso durante la conferenza stampa del pomeriggio – è quello delle linee guida per le riaperture, alcune delle quali non emanate. I sindaci che ho sentito oggi hanno espresso preoccupazione che non ci sono provvedimenti definitivi da parte del governo”.
Una volta emanate a livello centrale le linee guida necessarie per i singoli settori, “prenderemo le nostre decisioni, con l’obiettivo di ripartire in sicurezza”.
L’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi ha poi parlato del suo settore di competenza: “Molti produttori non hanno mai smesso, altri, come il settore della ristorazione hanno dovuto chiudere e vanno aiutati a ripartire con misure adeguate. Per il florovivaismo, per il settore del latte e dei suini, abbiamo lavorato ogni giorno con le realtà di rappresentanza. C’è poi il tema della manodopera: bisogna garantire alle nostre aziende, non appena arriva la stagione delle raccolte, quella manodopera che oggi fa fatica ad arrivare in Lombardia. Due le strade: utilizzare tutti i cittadini lombardi disoccupati o che percepiscono sussidi come anche il reddito di cittadinanza, nel settore agricolo; e un appello forte al governo ad aprire corridoi verdi con le nazioni di provenienza di manodopera specializzata che abbiamo sempre utilizzato, penso in particolare alla Romania. Da ultimo va semplificato l’accesso al lavoro. Dove il lavoro è stagionale occorre semplificare al massimo, attraverso il sistema dei voucher che chiediamo al Governo di reintrodurre”.
Sul tema latte, “è un settore entrato un po’ in difficoltà, sia per la chiusura del canale ristorazione che non ha dato sbocco ai prodotti freschi, sia per la chiusura dell’export che è stato una grande possibilità di espansione. C’è il rischio del crollo del prezzo del latte; invitiamo la filiera a mantenere i contratti. Importante mantenere alta l’attenzione su questa filiera che rappresenta il cuore pulsante del sistema agricolo lombardo e dà lavoro a tantissime persone (trasformazione del latte, ad esempio). La nostra attenzione è massima e speriamo di leggere nel decreto sui settori in crisi, uno stanziamento specifico per finanziare la minor produzione di latte”. g.b.