Cronaca

La politica silura Angela Cauzzi Cambia il Sovrintendente che ha fatto grande il nostro teatro

Finisce male l’avventura di Angela Cauzzi alla guida del teatro Ponchielli di Cremona. Dopo trent’anni la politica ha deciso di fare a meno del suo Sovrintendente storico, messa alla porta senza neppure un grazie. Neppure la sera di martedì, dopo il consiglio che ha fatto la scelta, l’hanno chiamata per avvisarla. Uno spettacolo deprimente che se fosse andato in scena a sipario aperto e non nelle stanze chiuse e senza pubblico, avrebbe suscitato bordate di fischi anche da parte di noi cremonesi, così solitamente remissivi e senza la verve polemica dei parmigiani. Al teatro comunale Amilcare Ponchielli è andata in scena una brutta storia cremonese: il siluramento del Sovrintendente Angela Cauzzi, funzionaria stimata in tutti i teatri della penisola, rea di “avere un brutto carattere” che l’ha fatta scontrare con il sindaco e dotata di una personalità forte quindi restìa ad accettare diktat o forzature. La Sovrintendente da oltre 30 anni dirige il teatro, lo ha portato a vette straordinarie grazie anche ad uno staff che ha curato e plasmato. Quest’anno ha chiuso il bilancio persino con un piccolo avanzo in una situazione in cui tanti teatri stanno versando lacrime amare. Provate a frequentare la Scala, il Regio di Parma, il Fraschini di Pavia o la Fenice di Venezia, tutti vi diranno che Cremona è fortunata ad avere un teatro forte e in salute come il Ponchielli e una Sovrintendente che conosce tutti i meccanismi dei finanziamenti, delle scelte delle compagnie, dei musicisti e dei cantanti. Insomma Angela Cauzzi è l’anima del Ponchielli dove è riuscita a far sposare per tanti anni la componente pubblica (Comune, provincia, regione), con quella privata (soci fondatori, soci sostenitori) in una sinergia che ha suscitato meraviglia, apprezzamento e molti tentativi di imitazione.

Dalla scorsa estate è cominciato il lungo logoramento nei confronti della Cauzzi. Prima la scelta della componente pubblica di un Cda che fin dalle prime riunioni ha messo in difficoltà la Soprintendente facendole intendere che era ora di cambiare aria. Ogni pretesto era valido per puntare il dito contro di lei, anche il più banale. D’altra parte si trattava di Consiglieri scelti con il solo scopo di convincere Angela Cauzzi a farsi da parte. Angela è una donna tosta, temprata dalla vita e da un ambiente in cui se non hai gli attributi, finisci in fretta fuori dal giro. Questa è stata la sua caratteristica fin dai tempi del primissimo Recitarcantando in cui lei, neolaureata, muoveva i primi passi nel mondo culturale e artistico prima di approdare all’Angelicum e al teatro che conta.

Dopo trent’anni, Angela Cauzzi meritava sicuramente un trattamento diverso. Professionalmente e umanamente. Da tempo si sa che la politica ha scelto il suo successore (il regista Andrea Cigni) ma per ora l’indicazione è stata mascherata con la decisione di affidare a una società di consulenza (i cosiddetti cacciatori di teste) la scelta di personalità in grado di occupare il posto di Soprintendente con l’inizio del nuovo anno, oltre che lasciare al Cda la possibilità di proporre candidature. Le caratteristiche del Sovrintendente ideale fatte inserire dal Cda nel bando sono veramente poca cosa. Il Sovrintendente deve sapere l’inglese. E poi fa veramente sorridere il punto 4 che recita “conoscenza del territorio e delle realtà culturali del Cremonese, dove il teatro Ponchielli opera”. Per la principale istituzione culturale cittadina che può guardare al mondo intero questa caratteristica sembrerebbe più un freno che un valore. Pensate se il ministro Franceschini quando ha aperto le direzioni dei grandi musei italiani ai manager culturali europei avesse preteso che parlassero il toscano stretto per la Galleria degli Uffizi (non sarebbe mai arrivato un grande personaggio come Eike Dieter Schmidt) oppure se si fosse chiesta la conoscenza di Mantova, Asola o Viadana per la direzione del Palazzo Ducale, non avremmo mai avuto un personaggio straordinario come Peter Assman.

Chissà, magari il prossimo Sovrintendente, conosce bene la Ciadin a teater. “E lé vegnoumm a cà – coul ciar de pochi stèlli: la panza l’era voda – el lett l’era zelat…Va’ al diavoul el teater – e quei che l’àa impiantat…” (m.s.)

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