Cronaca

'Uniti' e Diocesi insieme per aiutare le famiglie e contrastare la povertà

  • Una sinergia concreta, immediatamente operativa, connotata dalla piena condivisione delle finalità, per contribuire a assicurare un aiuto tempestivo e concreto alle famiglie, ai soggetti fragili o in situazioni di disagio, anche temporaneo, rispondendo al crescente bisogno di sostegno causato dalle conseguenze della pandemia.

L’Associazione “Uniti per la provincia di Cremona”, la Onlus costituita da tutte le Associazioni economiche di categoria della provincia, unitamente alla Fondazione “Giovanni Arvedi e Luciana Buschini”, ha condiviso l’iniziativa di sostegno e aiuto già avviata dalla Diocesi di Cremona, decidendo di unire così le forze. 

Da una parte la Diocesi, con la Caritas, i 222 parroci, da Viadana a Caravaggio, e la San Vincenzo, dall’altra le aziende del territorio aderenti alle Associazioni di categoria socie di “Uniti” e tutti coloro che hanno fatto e proseguono a fare donazioni all’Associazione. 

Ogni parroco riceverà una lettera tramite mail da parte di “Uniti”, con la quale si chiede di comunicare ai rispettivi Vicari Zonali necessità concrete ed urgenti rilevate nella sua Comunità, con riferimento a generi e prodotti alimentari di primaria necessità; beni a lunga conservazione (scatolame ecc.); alimenti per bambini e/o neonati; prodotti sanitari per la pulizia della casa; prodotti per l’igiene della persona; prodotti per anziani e/o bambini e neonati; presidi sanitari (mascherine; guanti; ecc.); farmaci per esigenze terapeutiche comprovate, altre richieste per il soddisfacimento di ulteriori bisogni ritenuti essenziali. Non sono escluse le segnalazioni riferite a situazioni di impellente bisogno, a cui far fronte (tramite la Parrocchia, la Caritas o la San Vincenzo), quali utenze luce/acqua/gas, affitto. 

I Vicari zonali raccoglieranno le segnalazioni pervenute dai parroci e le trasmetteranno al direttore della Caritas cremonese, don Pier Codazzi, a cui è affidato il coordinamento generale, e comunicheranno le successive modalità operative.

Una novità del progetto risiede nelle modalità per l’approvvigionamento dei beni da donare. “Uniti per la provincia di Cremona” infatti acquisterà pane, pasta, riso, carne, formaggi, insaccati, pollame, latte, uova, prodotti da forno, sughi, conserve, confetture, farine, ortofrutta ed altri prodotti esclusivamente dalle aziende del territorio, (tranne che per quegli alimenti non prodotti in loco) a prezzo di favore e provvederà a pagare direttamente il corrispettivo ai produttori, riuscendo così anche ad immettere liquidità nel sistema economico provinciale e a contribuire alla “ripartenza” dei produttori locali ed al sostegno del lavoro. I beni saranno poi consegnati alla Caritas per lo smistamento. Analoga iniziativa, sia pur con forme e modalità confacenti alla peculiarità del territorio cremasco e della realtà locale, è allo studio anche con la Diocesi di Crema e la Caritas.

“Purtroppo, l’emergenza di questi mesi, oltre agli aspetti sanitari, economici e relazionali, vede un aumento delle situazioni povertà, con il relativo insorgere di “nuovi poveri” con la la necessità di fornire a molte persone la spesa, i pasti e i servizi primari, quali un aiuto concreto per i pagamenti delle utenze domestiche” ha detto don Pier Codazzi, direttore della Caritas Cremonese. “Agire subito è fondamentale per far sì che situazioni di temporaneo bisogno non si trasformino in forme ancora più gravi di marginalità. Per questa attenzione e tempestività ringrazio di cuore, anche a nome del Vescovo e della Diocesi, l’associazione “Uniti per la provincia di Cremona” e la Fondazione “Giovanni Arvedi e Luciana Buschini”. 

A questo si aggiunge un grazie anche ai produttori del nostro territorio che hanno aderito a questo progetto di sostegno, auspicando che questa loro disponibilità si consolidi nel tempo, anche sotto altre forme. Potrebbe essere il bene di tutti.

 “L’Associazione “Uniti per la provincia di Cremona è stata e proseguirà ad essere promotrice di azioni  a 360 gradi nell’ambito della pandemia, tanto nell’ambito ospedaliero, socio assistenziale, del volontariato, del personale medico, ma non poteva non contribuire alla risoluzione di una delle conseguenze del dramma Covid19 quale il tema della povertà, anche in questo caso, operando con la Diocesi, all’insegna della sinergia, dell’unità, fornire generi alimentari coinvolgendo le aziende del territorio, significa contribuire alla ripartenza dell’economia locale e, al contempo, permette di valorizzare le nostre produzioni” ha aggiunto Riccardo Crotti, presidente della Libera Agricoltori di Cremona. “Il settore agricolo ha proseguito a lavorare e garantire approvvigionamenti anche durante la fase emergenziale e, oggi, fa un ulteriore passo avanti”. 

“Riteniamo questa iniziativa vitale e preziosa. Ora più che mai è importante fare sinergia sul territorio con azioni concrete e sinergiche. Ed è ancora più vitale riuscire a farlo per assicurare cibo a chi è in difficoltà” ha evidenziato Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona e di Coldiretti Lombardia. “Le aziende agricole sono a disposizione per fornire il cibo da destinare alle famiglie bisognose. Credo che l’emergenza in atto abbia dimostrato, una volta di più, il valore rappresentato dall’agricoltura, dal lavoro di chi produce cibo garantendo qualità, sicurezza, origine certa. Nel contempo, scegliendo produzioni del territorio si sostengono l’economia locale ed il lavoro delle imprese agricole ed agroalimentari”.

“Esaurita la fase di emergenziale sanitaria, riteniamo sia necessario un gesto concreto, tipico di una Comunità unita e solidale come la nostra, sostenendo le fragilità ed i bisogni dei concittadini bisognosi, consci che la pandemia ha creato nuove povertà e situazioni di particolare disagio familiare” ha aggiunto Francesco Buzzella, presidente dell’Associazione Industriali di Cremona. “Insieme alla Diocesi, che ringrazio per l’insostituibile azione che prosegue a portare avanti, sosterremo le persone e le famiglie anche fornendo prodotti e beni di primaria necessità, cercando al tempo stesso di sostenere le produzioni delle aziende locali.

Il nostro territorio può contare su importanti e peculiari attività che potranno partecipare a questa iniziativa con i loro prodotti. In un momento come questo, favorire e preferire l’economia di queste imprese di “casa”, che dopo un periodo di forte rallentamento hanno visto anche un asfittica domanda interna, riteniamo sia una scelta doverosa e necessaria”.

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