Cronaca

Cremona Food-Lab: termina la fase finanziata, ma il progetto va avanti

Il prof. Lorenzo Morelli

Con aprile è terminata la fase finanziata del progetto Cremona Food Lab dell’Università Cattolica di Cremona, ma il progetto continua: sulla spinta della risposta positiva da parte delle aziende coinvolte, l’ateneo vuole lavorare per mantenere e sviluppare questo concreto dialogo tra Università, mondo economico e istituzioni a vantaggio dell’intero territorio cremonese. 

“Già dal 2019, grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, è stato avviato il progetto Craft (CRemona Agri-Food Technologies)” evidenzia il professor Lorenzo Morelli, responsabile dell’attività accademica del campus di Cremona. Craft è una sorta di emanazione di Cremona Food-Lab focalizzato sul settore lattiero-caseario. “Ma mentre Craft è in pieno svolgimento il patrimonio di relazioni di Cremona Food-Lab, va mantenuto”. Dunque l’attenzione dell’Università Cattolica rimarrà accesa anche su altri comparti agroalimentari cremonesi, a cominciare dal dolciario, sino ai prodotti da forno e ai salumi.

“I risultati ottenuti ci spingono a proseguire, in piena collaborazione con Comune, Provincia e Camera di Commercio di Cremona, nelle attività sinora svolte” prosegue il docente. “Da questo punto di vista, Cremona Food-Lab può rappresentare un concreto pilastro nell’ambito della Terza missione del nostro ateneo a favore del territorio. Anche e soprattutto nella prospettiva della nuova sede di Santa Monica, che determinerà una forte spinta allo sviluppo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona”.

Il Progetto portato a termine. Quattro assi strategici, venti casi di studio aziendali dai risvolti molto concreti; otto iniziative di trasferimento tecnologico; e poi intense attività di formazione, con seminari tradizionali, webinar e altre attività in aula e online.

Un progetto durato tre anni, realizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia; al contributo di Camera di Commercio di Cremona, Comune di Cremona e Provincia di Cremona e alla collaborazione scientifica del Crea.

Ascoltando le esigenze delle aziende del territorio, i laboratori e i ricercatori del Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari per una filiera agro-alimentare sostenibile (Distas) e del Centro ricerche biotecnologiche (Crb) dell’Università Cattolica hanno lavorato fianco a fianco agli imprenditori per risolvere problemi tecnologici specifici. Un lavoro durato due anni e mezzo e che ha portato alla realizzazione di venti casi di studio. 

Con particolare focus sulla microbiologia degli alimenti e a titolo di esempio, con un’azienda alimentare dolciaria è stato compiuto un challenge test con miceti su prodotti da forno; mentre con un’altra impresa si è andati a caratterizzare i lieviti madre. 

Altri casi di studio hanno riguardato la caratterizzazione di prodotti locali. È stato il caso dell’azienda con la quale l’Università ha realizzato un’analisi di fattibilità per la produzione di pasti pronti in unico pack che favorisse la valorizzazione di prodotti locali (in particolare formaggi del territorio). In un altro caso sono stati studiati nuovi crostini. Nel corso dell’intera durata del progetto sono state programmate e attuate diverse attività di formazione rivolte principalmente ai manager delle aziende partecipanti a Cremona Food-Lab. 

Più in dettaglio, Smea – Alta scuola di management ed economia agro-alimentare dell’Università Cattolica di Cremona – ha elaborato una serie di incontri sui temi del digital marketing, con particolare attenzione all’uso dei social media. Per questa azione è stata coinvolta Btrees, una new media agency specializzata in questo campo. Un’altra iniziativa nell’area della formazione ha riguardato l’attivazione di corsi in analisi sensoriale. L’organizzazione è stata affidata al Distas – Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari per una filiera agro-alimentare sostenibile dell’Università Cattolica – in collaborazione con il Centro studi assaggiatori di Brescia. Gli incontri sono stati finalizzati a creare, tra il personale delle aziende agroalimentari del territorio cremonese, figure professionali dedicate all’analisi sensoriale. In un’azienda, l’esame di un esperto sensoriale può essere infatti complementare alle analisi che sono in grado di offrire i laboratori di tecnologia alimentare, sia per concepire nuovi prodotti che per testarne e riformularne altri già in produzione.

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