Cronaca

Rsa, sequestrata grande quantità di documenti. Si valuta tempestività della cura

Il procuratore Pellicano

Carteggi clinici, documenti, mail, comprese le comunicazioni che si inviavano i direttori sanitari delle Rsa, oltre al Fasas, il fascicolo socio assistenziale e sanitario di ciascun anziano. In questi ultimi giorni i militari del nas e i colleghi della guardia di finanza, su mandato della procura di Cremona, hanno sequestrato una mole di documentazione in otto case di riposo del territorio cremonese. Documentazione che ora dovrà essere esaminata nel dettaglio. “Faremo una ricostruzione di quanto avvenuto per cercare di capire cosa è successo”, ha detto il procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Pellicano in riferimento alle morti per sospetto Covid degli ospiti avvenute in questi mesi in piena emergenza Coronavirus. Otto le strutture perquisite dagli inquirenti: Cremona Solidale, Cingia dè Botti, Sospiro e Casalbuttano, case di riposo dove le morti sono state circa 300, la Fondazione La Pace Onlus di via Massarotti a Cremona, la Casa di riposo “Villa Sacro Cuore – Coniugi Preyer” di Casalmorano, la Fondazione Benefattori Cremaschi di via Kennedy a Crema e la Fondazione Casa di Riposo Ospedale dei Poveri di Pandino. In queste quattro i decessi sono stati pari a circa il 20% dei degenti. “E’ evidente che ci sono state situazioni in cui queste persone non sono state curate, anche per mancanza di mezzi”, ha spiegato il procuratore, che ha tenuto a sottolineare “l’ampia collaborazione” ottenuta da tutte le Rsa oggetto di indagine. “C’è stata molta disponibilità, era già stato preparato tutto il materiale, la convinzione dei dirigenti è che sia stato fatto il possibile. Un ‘possibile’ che probabilmente non ha portato a grandi benefici, probabilmente un possibile insufficiente”. A stabilirlo sarà proprio la procura, ma i tempi non saranno brevissimi, vista la delicatezza e la complessità della questione, così come sarà difficile individuare i presunti responsabili. “Faremo una ricostruzione di tutto”, ha chiarito il procuratore. Di certo nelle Rsa il Covid ce l’ha portato qualcuno, con ogni probabilità gli stessi dipendenti che entravano e uscivano e a cui non è stato fatto il tampone. Troppe le morti di anziani avvenute in queste case di riposo. Le condizioni di tanti ospiti, poi, peggioravano in pochissimo tempo, e il decesso sopraggiugeva anche in un solo giorno. Se queste persone fossero state ricoverate tempestivamente in terapia intensiva si sarebbero potute salvare oppure no?. Tutto è da valutare e da chiarire attraverso un lavoro di analisi e di esame della documentazione raccolta. La procura, che indaga contro ignoti con le accuse di epidemia colposa e omicidio colposo, potrebbe anche valutare di avvalersi della consulenza di un esperto di malattie infettive.

Sara Pizzorni

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