Cronaca

Affetti divisi dal fiume Po, il caso: 'Non vedo la mia famiglia dal 28/2 e intanto è morto mio padre'

Foto d'archivio (Sessa)

“Volevo evidenziare il problema dei ‘congiunti’ che vivono da una o dall’altra parte del fiume Po; nonostante infatti siamo separati solo da pochi km essendo in due regioni distinte, non ci è possibile fare visita gli uni agli altri”. Inizia così l’appello di Fabio Demaldé, la cui famiglia risiede a Castelvetro Piacentino, una delle tante persone originarie da oltre il fiume Po che a Cremona lavorano, studiano e ne utilizzano i servizi. Un problema che il sindaco di Castelvetro Luca Quintavalla ha illustrato anche davanti alle telecamere del TG1, con un’intervista rilasciata ieri proprio sulla passerella del ponte in ferro, dove ogni giorno qualcuno tenta di passare in barba al decreto ministeriale che impedisce di transitare da regione a regione, anche per fare visita ai congiunti.

“Questa – continua Demaldé –  è una situazione che vale per i parenti come genitori e figli ma anche per i fidanzati o compagni che risiedono magari uno a Cremona e uno a Castelvetro. Io per esempio non vedo mia madre e i miei fratelli dal 28 febbraio, nel frattempo mio padre che si era ammalato del Covid è venuto a mancare ed io non sono potuto andare neanche al cimitero o comunque a far visita a mia madre.

Grazie all’interesse del sindaco di Castelvetro Piacentino Luca Quintavalla la situazione ha attirato l’interesse dei Tg nazionali, e spero che anche l’amministrazione di Cremona sempre attenta alle problematiche del territorio si muova in tal senso per far sì che prima possibile gli affetti si possano ricongiungere”.

La Regione Emilia Romagna, interpellata da Quintavalla, ha risposto che le regole dell’ultimo Decreto del presidente del consiglio non possono essere disattese e che almeno fino al 18 maggio non saranno concesse deroghe.

 

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