Cronaca

Riapertura a giugno, i parrucchieri in rivolta: lettere a sindaco e prefetto

Parrucchieri cremonesi ancora sul piede di guerra per la decisione di far slittare la riapertura a giugno. Sono già diversi coloro che hanno scritto al sindaco o al prefetto per chiedere di intervenire in merito. Come Noemi Bonetta, titolare di un centro di acconciatura ed estetica con negozio in via Aporti, che ha scritto una lettera a Galimberti. “Le chiedo di ascoltare il nostro appello disperato in merito al trattamento forzato e inaccettabile di chiusura ad oltranza identificandoci come attività a rischio” ha scritto la donna.

Una decisione che, secondo i professionisti del settore, “non è accettabile”, in quanto le loro attività, da sempre, applicano “protocolli di igiene-sicurezza paragonabile a studi medici”. Come ad esempio l’utilizzo di presidi usa e getta, senza contare la frequente sterilizzazione degli ambienti. E in questo periodo di preparazione alla fase2 “abbiamo acquistato ulteriori presidi a tutela della clientela e dei collaboratori”, sottolinea Bonetta.

Tanto più che “questa situazione ha alimentato il lavoro nero”, spiega la professionista. In questo modo si è perso “il controllo sulla sicurezza”.

La stessa richiesta arriva anche da Andrea Barcella, che a sua volta ha scritto al sindaco e al prefetto. “Mi faccio portavoce di un gruppo di parrucchieri che come me chiede a gran voce di poter riaprire. Un negozio di acconciature, così come l’estetica e i tatuaggi, rispetto ad altre situazioni che hanno la possibilità di aprire prima, partono di base con standard di sicurezza maggiori. Tanti negozi hanno già sanificato e si sono dotati di dispositivi di protezione personale. Che poi, ad esempio io l’usa e getta lo pratico da 10 anni, e da 15 ricevo solo su appuntamento. E come me tanti miei colleghi: dal parrucchiere e dall’estetista moderno già da un sacco di tempo l’ingresso è scaglionato”.

Insomma, secondo Barcella, si dovrebbero fornire delle indicazioni valide per tutto il settore, “consentendo di riaprire da subito a chi le rispetta, facendo ovviamente le opportune verifiche. Aver generalizzato le date di chiusura è stupido, e non lo dico solo per il mio settore, ma per tutti. Credo che i negozi che siano in grado di rispettare tutte le procedure di sicurezza dovrebbero riaprire subito. Anche perché nel frattempo molti stanno chiudendo i battenti definitivamente”.

 

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