Cronaca

Ferruccio Giovetti dimesso oggi da ospedale: Covid-compatibile ma tre tamponi tutti negativi

Colpito (quasi sicuramente) dal Covid, ma fortunatamente in grado di raccontarci il lieto fine, un altro medico, Ferruccio Giovetti, ex consigliere comunale, già presidente dell’Avis di Cremona, ora in forza come geriatra a Fondazione Sospiro. E’ stato dimesso oggi dall’ospedale di Cremona, dopo 12 giorni nel reparto Covid ricavato in Unità Coronarica, e ci racconta l’evoluzione della malattia dal salotto di casa, dove la quarantena volontaria durerà per lui, per la  moglie Titty e per la figlia Elmy, almeno altri 14 giorni.

“Era il venerdì prima di Pasqua – spiega – ed ero rimasto a lavorare fino alle 20,30. Tornato a casa mi sentivo un po’ stanco, ho provato la febbre ed era 38,7. Ma non accusavo altri sintomi, né tosse, né raffreddore. Venendo da un ambiente ospedaliero sapevo benissimo che c’era il rischio di aver contratto il virus. Ma non mi sono preoccupato subito. Ho detto, vediamo come passa la notte, e così è stato. Al mattino l’ho misurata ed era ancora 39, ho provato anche la saturazione del sangue, – ho in casa l’apparecchio –  e ho visto che in effetti era un po’ troppo bassa. Ho iniziato subito l’antibiotico e preso eparina a basso peso molecolare e mi sono diretto al Pronto Soccorso”.

In pochi minuti Giovetti è stato visitato e nonostante il tampone fosse negativo, con una “Tac non del tutto significativa ed esami non  bellissimi”, si è subito proceduto al ricovero. “Inizialmente mi avevo ricoverato nell’ospedale da campo americano, ma non essendoci la certezza del Covid, mi hanno spostato in un reparto interno, in Unità Coronarica, dove sono rimasto fino a stamattina”.

E’ lì che ha trascorso la Pasqua ed è stato in quei primi giorni che ha avuto l’impressione che la situazione volgesse al peggio. “Sarà perché essendo del mestiere capisci quando qualcosa non va, ma ho davvero temuto per la vita in quesi momenti. Sono stato subito messo sotto ossigeno, inizialmente con un quantitativo basso, diamo quasi come fosse omeopatia, per fare un paragone. Ma poi vedevo che i  litri aumentavano sempre più, prima 8, poi 10, poi 12. E quando mi hanno avvertito che avrei fatto un’angiotac devo dire che non mi sono sentito proprio rassicurato… Non sono arrivato alla C-pap, mi sono fermato prima per fortuna. Ma fino a quel momento ho pensato che c’erano buone probabilità di peggiorare fino alle estreme conseguenze”.

Un medico che deve mettersi nelle mani di altri medici. Cosa si prova? “Non posso che esprimere parole di apprezzamento per come mi hanno curato. Medici e infermieri  specializzati sul cuore, che in brevissimo tempo si sono riconvertiti ad una specialità per loro nuova, dimostrando efficacia ed efficienza. Sono tutti stati capaci di rispondere alla necessità del cambiamento in maniera velocissima e questa è una cosa encomiabile. Credo di essere stato un paziente non troppo lamentoso e posso dirmi dirmi fortunato: in reparto ho trovato tanti volti conosciuti, medici della mia età con cui ho studiato, amici … in qualche momento abbiamo anche fatto un po’ di salotto”.

Oggi, appunto, il via libera per il ritorno a casa: “Incerottato, mezzo rotto, con fiato ancora corto, con barba di due dita, che la mascherina copre, con un calo di peso di 6 Kg. (in 12 giorni), ma sono tornato a casa mia”, ha subito scritto su Facebook. Non ho mai perso la speranza, anche se nella serata di Pasqua la situazione stava prendendo una brutta piega (e ad un dottore non puoi contargliela su) ed alla fine, grazie ai Medici ed alle loro equipe, alle loro cure, all’indispensabile supporto dell’ ossigeno, eccomi qui a ringraziare tutti voi per la vicinanza e l’ affetto che avete dimostrato a me, a Titty ed ad Elmi. In alto i cuori, Amici”.

Per inciso: la diagnosi è di polmonite interstiziale bilaterale con Tac suggestiva per Covid. Ma i tre tamponi effettuati sono stati tutti negativi. g.biagi

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