Vittime del Covid sul territorio cremonese, la tragica conta dell'Istat. A Offanengo +3900%
Mentre il mondo scientifico si affanna a trovare cure e vaccini per il coronavirus, quello statistico continua a fare la conta dei morti: una conta che, per il territorio cremonese, è davvero tragica, con numeri che fanno accapponare la pelle. Secondo l’ultima elaborazione dell’Istat, che ha fornito oggi l’ultimo aggiornamento dei “dati anticipatori parziali relativi a una lista di comuni (1.689) che viene ampliata settimanalmente e che in alcun modo possono essere considerati un campione rappresentativo della intera popolazione italiana”, sul nostro territorio si registra infatti un netto incremento della mortalità, mettendo a confronto il periodo 1 marzo-4 aprile del 2019 con lo stesso arco di tempo di quest’anno, con picchi addirittura di +3900%: è il caso, questo, del Comune di Offanengo, che è passato da un solo morto a 40.
Dati pesanti anche nei principali Comuni, a partire da Cremona, dove l’istat ha rilevato un +286% (da 97 a 385). A Crema +322% (da 41 a 174) e a Casalmaggiore +333 (da 15 a 65). I dati più impressionanti tuttavia, in termini percentuali, riguardano piccoli comuni: oltre a Offanengo, c’è Pandino, dove l’incremento registrato è del 1500% (da 3 a 49), oppure Ostiano, con +1300% (da 1 a 14 decessi) o Romanengo, Vailate e Capralba con il 1000% di morti in più.
Numeri importanti anche a Castelleone, uno dei comuni più colpiti dal virus, dove i decessi sono passati da 10 a 60 (+500%). Spiccano poi Stagno Lombardo, con +950% (da 2 a 21 decessi), ma anche Acquanegra Cremonese, dove le morti sono state 21 contro le 3 dell’anno scorso (+600%) e Martignana di Po, dove l’incremento registrato è del 500% (da 1 a 6). I Comuni in cui l’incremento è stato più basso (gli unici due per il quale è solo a due cifre) sono San Bassano e Capergnanica, che hanno registrato rispettivamente +42% e +80%.
E considerando che secondo l’Istituto nazionale di statistica in Italia si registra un “aumento dei morti pari o superiore al 20 per cento nel periodo 1 marzo-4 aprile 2020 rispetto al dato medio dello stesso periodo degli anni 2015-2019”, i numeri cremonesi appaiono ancora più spaventosi.
LaBos