'Prezzi assurdi per un funerale che non c'è stato': caso sollevato da due sorelle cremonesi
200 euro per il kit dei necrofori, 950 per il funerale, altri 560 per l’uscita della salma dal Comune di Milano. Al dolore per la morte del padre, l’enologo ed agronomo Carlo Bertolini morto per le conseguenze del Covid19, l’8 marzo scorso, si aggiunge l’amarezza per gli alti costi delle spese funerarie, da parte delle due figlie, Mara ed Elisabetta. Il loro triste sfogo è stato raccolto dall’agenzia giornalistica Agi: ““Papà – racconta Mara – era ricoverato all’ospedale di Cremona e poi è stato trasferito al Niguarda di Milano. Lì un medico ci ha detto che era subentrata un’insufficienza renale e la situazione era molto grave, così, in via eccezionale, ci è stato consentito di andare a vederlo da fuori, a venti metri di distanza. Potevamo solo supporre che ci fosse anche lui assieme alle altre 4 persone ricoverate, impossibile riconoscerlo. Due giorni dopo siamo stati chiamati dalla camera mortuaria del Niguarda che ci chiedeva cosa fare della salma. Siamo rimasti allibiti, nessun medico ci aveva ancora comunicato il decesso”.
A quel punto, i familiari di Carlo si sono appoggiati a un’agenzia funebre per il trasporto del congiunto, che poi è stato cremato molti giorni dopo, il 20 marzo. “Quello che contestiamo – sottolinea Mara – sono quelle tre voci. Non c’è stato nessun funerale e, da quello che sappiamo, i kit per i necrofori consistevano solo in mascherina e guanti, 200 euro mi sembra una somma assurda. Ho scritto alla Regione Lombardia ma non ci ha risposto nessuno”. Il conto finale delle spese funerarie, come mostra la ricevuta, ammonta alla fine alla cifra di 4.500 euro, di cui, oltre alea voci citate, 1800 euro per il cofano, 692 per la cremazione, 150 per l’urna cineraria. Ma a pesare sulla famiglia, sono quelle prime tre, soprattutto quei 950 euro per un ‘funerale’ che di fatto non si può chiamare tale.
“Cosa ci resta di nostro padre oltre al ricordo? – si domanda Elisabetta Bertolini – Un’urna delle ceneri appoggiata sopra il mobile della tv alla quale hai adagiato un piccolo riconoscimento da commendatore. E poi un conto amaro da pagare di cui 1710 euro sono a carico per poter ritirare la salma di tuo padre, per fare in modo che a quel dolore di saperlo disperso fino all’ultimo subentrasse la consapevolezza di rivederlo tornare a casa in qualche modo”.
“È successo anche ad altre persone che conosciamo, i cui cari sono morti in ospedali tedeschi, a cui sono stati applicati anche prezzi più alti. Sono scioccati come noi. Chiediamo alle istituzioni di farsi carico di queste spese – spiegano le sorelle all’AGI – questo è un conto decisamente salato e ci sentiamo lasciati soli, come tanti altri, a pagare le lacune di uno Stato che decide per te e in più ti restano da pagare i danni di una tragedia che neppure nei tuoi peggiori incubi avresti pensato potesse accadere”.