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Cassa Integrazione, domande lombarde arrivate oggi. Boccia: 'Subito al vaglio dell'Inps'

“Sono arrivate all’Inps poco fa, come ha annunciato la ministra del Lavoro Catalfo in Senato, le domande da parte della Regione Lombardia per l’autorizzazione alla Cig. Domande che saranno immediatamente esaminate e processate dall’Istituto”. Queste le parole con cui il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, raccolte da askanews, ha chiuso la querelle circa l’erogazione della Cassa Integrazione con il presidente della Lombardia Attilio Fontana che aveva annunciato fondi regionali in attesa che il Governo provvedesse. Già allora (sabato 12 aprile, ndr), il Ministro Boccia aveva replicato che le domande lombarde non erano ancora pervenute.

Le richieste lombarde  si aggiungono a quelle già presentate nei giorni scorsi da 13 Regioni (Emilia Romagna, Veneto, Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana e Umbria) sulle quali l’Inps ha avviato l’iter di autorizzazione.

“Dalle parole del presidente Fontana nei giorni scorsi sembrava che la Lombardia fosse la prima regione ad erogare i soldi della cassa integrazione ‘nonostante’ i ritardi dello Stato, invece, la Lombardia è tra le ultime regioni a comunicare le domande all’Inps”, ha chiosato in una nota, raccolta sempre da askanews, Pietro Bussolati della segreteria nazionale Pd. “Se le aziende lombarde e i lavoratori– conclude Bussolati – dovranno aspettare sarà a causa delle lungaggini burocratiche della macchina regionale anche se, come ha spiegato il Ministro Boccia il governo e l’Inps garantiscono ogni sforzo per rimediare a incomprensibili ritardi che complicano ancora di più la vita a imprese e professionisti”.

In un post sulla sua pagina Facebook, invece, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Marco Degli Angeli ha scritto: “L’efficiente Lombardia arriva ultima. Prima accusano il Governo di lasciare i cittadini senza soldi,
poi si scopre che non avevano ancora inviato la richiesta prima di oggi…ma non erano gli unici a lavorare in Italia?
Primi a parole, ultimi nei fatti”.

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