Cronaca

La preghiera del vescovo dall'ospedale: 'Vicino ai malati e agli operatori sanitari'

Oggi, giorno del Venerdì Santo, il vescovo Antonio Napolioni, dal piazzale dell’ospedale, ha guidato uno speciale momento di preghiera accompagnato dai tre cappellani don Giuseppe Leoni, don Maurizio Lucini, don Riccardo Vespertini. I cremonesi hanno potuto seguire la preghiera attraverso pc, smartphone e tv. Tutte le tv dell’ospedale erano sintonizzate sul canale 80 di Cremona1 per dar modo ai pazienti di ascoltare le parole di monsignor Napolioni. “Ora dobbiamo costruire insieme la risposta a questa emergenza”, ha detto il vescovo, che ha voluto fare un applauso a tutto il personale dell’ospedale di Cremona e ai medici americani della Samaritan’s Purse che hanno allestito l’ospedale da campo. “Un aiuto concreto e segno di consolazione generato dalla fede del Vangelo”. “Un mese fa”, ha ricordato Napolioni, “ero anche io dietro una di quelle finestre e vedevo questa piazza. Davanti a me c’era un piccolo crocifisso che di notte spiccava e che mi diceva: ‘Sono qui, non sei solo, sei parte di me’. E’ sempre Gesù che in queste ore è morto in croce per la salvezza del mondo che proietta una luce speciale sui misteri della nostra esistenza”. Il vescovo si è poi rivolto agli ammalati, che ancora combattono per sopravvivere al virus, e agli operatori sanitari che “per professione ma anche per scelta vocazionale si consumano a servizio degli altri. Sono la dimostrazione che davvero dipendiamo gli uni dagli altri”.

Tra poco monsignor Napolioni tornerà a benedire la città e la diocesi portando in processione solitaria la Sacra Spina, quella che la tradizione vuole sia la reliquia della croce di Gesù, che ogni anno con questa giornata percorre le strade cittadine accompagnata dalla comunità in preghiera: “Stasera la Spina è fatta dalle tante spine di ciascuno di noi: di chi lotta per la vita, dei famigliari che non possono essere vicino ai loro cari come vorrebbero, di chi dà il massimo ogni giorno e si trova a dover assumere scelte difficili per il bene degli altri, di una società che deve riconoscersi malata per guarire. È una corona di spine – conclude – che risponde al coronavirus con la capacità di amare che Dio non ha ridotto in questo tempo, ma anche fa sgorgare nei cuori e nelle situazioni più impensate”.

Un venerdì di passione che la comunità cremonese sente quanto mai vicino alla propria vita, ma anche un passaggio di speranza verso la Pasqua: «In un anno che ricorderemo a lungo – ha detto ancora il vescovo – spero non soltanto per la pandemia, ma anche come anno del risveglio di tutti noi alla coscienza di ciò che più ci sta a cuore: la vita, la salute, l’amicizia, la famiglia, la pace, il futuro. Tutto ciò che Dio ha creato e donato ai suoi figli per renderli simile a sé, Signore amante della vita».

Prima di lasciare l’ospedale la visita di monsignor Napolioni nel reparto di Pneumologia dove è stato ricoverato, il saluto e il grazie agli operatori – a cominciare dal primario Giancarlo Bosio – e in dono a tutti i ricoverati la coronicina del Rosario del Papa.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...