Pizzetti e 4 deputati scrivono al Governo: 'Almeno 230 mln per Cr e altre zone più colpite'
Dopo aver scritto una prima lettera lo scorso 1° aprile al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri per chiedere un contributo straordinario per Cremona e le altre zone maggiormente colpite dall’emergenza coronavirus, il deputato del Partito Democratico Luciano Pizzetti, insieme ai colleghi Maurizio Martina, Elena Carnevali, Marina Berlingheri e Alfredo Bazoli (tutti i rappresentanti Pd della Camera dei Deputati delle zone di Cremona, Brescia, Bergamo, Lodi e Piacenza, ndr) hanno inviato una seconda missiva a Premier e Ministro per definire meglio le misure necessarie. Quella avanzata è dunque “più precisamente un’ipotesi di lavoro anche alla luce delle tante interlocuzioni quotidiane con gli amministratori locali dei nostri territori”.
Dopo aver sottolineato che “gli impegnativi interventi di carattere generale che il Governo sta adottando per sostenere anche sul piano sociale ed economico i cittadini, le famiglie, i lavoratori e le imprese danno certamente la misura della fase straordinaria che stiamo attraversando e che ci impegnerà anche nel prossimo futuro” e di aver “molto apprezzato tra le recenti misure contenute del decreto liquidità, anche il rinvio dei pagamenti IVA più esteso proprio nelle nostre provincie maggiormente colpite”, i deputati dem rimarcano “la necessità impellente è proprio quella di supportare con una misura finanziaria dedicata gli enti locali che per primi, e da tempo, stanno affrontando l’emergenza anche caricandosi attività straordinarie di gestione necessitate dalla gravissima situazione determinata con l’esplosione dell’epidemia”.
“A tal proposito – precisano i cinque firmatari – avanziamo dunque la proposta che il contributo straordinario di sostegno a queste realtà sia quantificato in almeno 200 milioni di euro a supporto dei 671 comuni coinvolti e in almeno 30 milioni di euro per i cinque enti provinciali interessati della zone più colpite. Tale contributo andrebbe poi ripartito in base al numero di residenti di ciascuna realtà, posto che nel complesso nelle cinque provincie maggiormente contagiate a cui ci riferiamo vivono 3milioni e 250mila persone”.