Cronaca

Riflessioni sul Covid tra decreti, Will Smith e Fidel: 'Che il virus vada all'inferno, hasta la victoria'

Devo recarmi in farmacia e in Comune. Metto la mascherina.  Di malvoglia esco di casa. Strada deserta e silenzio irreale, ma non è un paesaggio di guerra. Cestini dei rifiuti vuoti e nessun stronzo di cane per terra. Come è possibile? Mi sento un alieno. Cammino e osservo. Penso ai morti e ai contagiati. Sono amareggiato, triste, inquieto. Le mascherine non si trovano, però ho guanti e amuchina. Sai che soddisfazione!

Penso all’autocertificazione modificata quattro volte in pochi giorni. Non va meglio con i  Dpcm, le ordinanze, i decreti, sfornati a raffica. Penso che con l’arrivo dell’Apocalisse ho iniziato anch’io a parlare come un burocrate. Penso a quel funzionario che ha inviato ai sindaci una nota – cinque righe di oggetto e dieci di comunicazione – sul D.L.  17 marzo 2020 per precisare che: “in particolare si partecipa la cennata direttiva ai comuni della provincia, al fine di consentire le opportune misure nell’ambito della sfera di autonomia costituzionalmente garantita”. Ma perché mi rompe i coglioni per avvertirmi che devo rispettare la legge. Penso che la burocrazia sia impermeabile alla guerra nucleare, batteriologica e di qualsiasi altro tipo.

Penso che preferisco Covid-19 a Coronavirus.  Induce più timore, più attenzione, più diffidenza. Più paura. Coronavirus è meno inquietante. Penso a Will Smith, che in Io sono leggenda, salva il mondo al collasso per una pandemia. Penso che contro il killer che ci sta massacrando non servono leggende. Bastiamo noi.  Penso ad amici e conoscenti scomparsi, ai momenti trascorsi con loro. Penso agli imbecilli e ai lobotomizzati che non rispettano le regole. Penso che sono fuoco amico, il più pericoloso.

Penso al tempo impiegato dai sindaci per confrontarsi tra di loro a colpi di chat per interpretare un provvedimento governativo o regionale.  Occorre un’ordinanza? Basta un avviso?  Questo lo posso fare? Chiediamo in Regione. Chiediamo ai segretari? Chiediamo al padreterno.  Fanculo, date disposizioni chiare, precise, semplici. In trincea ci siamo noi.

Penso ai medici, agli infermieri, ai volontari di tutte le associazioni. Penso che hanno due palle così.  Giù il cappello. Penso alla generosità di cremonesi, cremaschi e casalaschi per le offerte versate a favore degli ospedali provinciali.

Penso ai giornalisti tuttologi del talk show e a politici opinionisti che in tv dissertano su virus, terapie e comportamenti da tenere, ma non sanno nulla. Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno. Volete essere utili? Informate. Penso che le primedonne mi stanno sul posto che tutti conoscete.

Penso che i soldi fanno ancora la differenza.  Anche il ruolo ha il suo peso. Penso che per quelli ai vertici della scala sociale il tampone si trova in un nanosecondo. Gli altri possono aspettare e crepare. Non è vero che il virus livella. La morte livella.

Penso alle case di riposo. Penso all’’ospedale da campo realizzato a Crema dai militari e all’arrivo della brigata di sanitari cubani.

Penso a un discorso di Fidel Castro sulla fratellanza tra i popoli. Penso che ci voleva uno stramaledettissimo virus per togliere la polvere da alcuni concetti considerati superati. Penso che la politica debba riscoprire il suo ruolo.

Mi fermo davanti alla Casa dell’acqua.  Confina con un’aiuola. Qui la Consulta delle Pari opportunità del Comune ha piantato duemila bulbi di tulipani rossi per ricordare la violenza sulle donne. Sono già pronti per sbocciare. Se ne fottono del Covid-19.  La natura è più forte del virus. Penso che dobbiamo riconciliarci con lei.

Arrivo in municipio. Mi sento un estraneo. Non c’è nessuno. Smart working.  Sono un naufrago. Penso alla disponibilità dei dipendenti. Grazie.

Penso all’Operazione Mangusta. Non so per quale motivo. Associazione libera. Già,  Operazione Mangusta? Cos’è? Troppo lungo spiegarlo. Di mezzo c’è la Cia, un virus e Cuba.

Penso ai colleghi. Penso che insieme ce la faremo.

Vai all’inferno virus di merda. Hasta la victoria.

Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco-Vidolasco

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