Cronaca

Il medico Mangiatordi: 'Siamo troppo pochi in ospedale per alleviare tutta questa sofferenza'

“Ogni giorno, ogni notte i pazienti aumentano di numero, tutti i reparti dell’ospedale sono trasformati in reparti cosiddetti Covid. E poi giunge la notizia del mio collega. Lui stava male, aveva la febbre, non respirava. Finito in rianimazione, è stato intubato per 10 giorni, è padre di una bimba di soli 2 mesi. Ora sta meglio. E’ a casa ma non si è ancora ripreso del tutto, mi dice che quando cammina nella sua abitazione gli sembra di fare la maratona di New York”. Inizia così la testimonianza che Francesca Mangiatordi, medico all’ospedale Maggiore di Cremona e autrice dello scatto all’infermiera esausta sulla tastiera (GUARDA QUI), ha rilasciato alla Gazzetta del Mezzogiorno.

Mangiatordi, 46 anni altamurana, ha lavorato fino a quattro anni fa nell’ospedale della Murgia di Altamura prima di trasferirsi con marito e due figli a Cremona. “Non avrei mai immaginato – dice – di poter vivere una maxi emergenza del genere. Fino a quel momento Wuhan era una città lontana, troppo lontana per pensare che quel maledetto virus arrivasse da noi”.

Il medico quindi spiega la vita del personale in ospedale: “Dal 20 febbraio, che non ci sono più orari per chi è in prima linea. Non ci sono più riposi, non c’è più sonno, non ci sono più abbracci”. “Dei 14 medici di pronto soccorso – aggiunge – siamo rimasti in 5 e grazie a giovani colleghi che hanno accolto la nostra richiesta di aiuto possiamo proseguire nel nostro lavoro”.

Mangiatordi racconta in che condizioni arrivano i pazienti affetti da Covid-19: “Hanno tutti la pelle blu, appaiono cianotici, sembrano tutti annegare, hanno fame d’aria, un solo passo li costringe a fermarsi. E poi la febbre, sono così bollenti che svengono. Tutt’intorno ci sono pazienti che chiedono aiuto, pazienti che vogliono divorare l’aria. Mi guardo intorno e non credo possa essere reale, troppa sofferenza, siamo troppo pochi noi sanitari per alleviarla tutta”. Il medico pugliese ammette infine come siano costretti a scegliere tra chi ha maggiori aspettative di vita e chi meno: “La Siarti, Società italiana dei rianimatori, ha stilato delle linee guida su chi intubare e chi no in questo momento di pandemia”.

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