Cronaca

L'ultimo saluto al medico scomparso: tre(cento) parole per Marco Arisi

Il ricordo di Marco Arisi nelle parole di Adelaide Ricci, docente presso il Dipartimento di Musicologia dell’Università di Pavia, paziente e amica del medico scomparso ieri.

Eccoti, se chiudo gli occhi ci sei: il sorriso sottile e il taglio degli occhi amaro – e mi chiedo, ora, chi mai abbia saputo leggere questa tua antitesi tutt’altro che contradditoria.
Perché a scherzare si vien presi per matti o per leggeri, o entrambe le cose. È la prima impressione che passa, ma è anche prodigio a protezione di certi spiriti fini. Certo deve averti riparato fin dall’inizio, da quando hai intuito la direzione in un giorno solo all’apparenza uguale agli altri. Tutto il resto è venuto di conseguenza, attratto dal tuo nome per come solo un giorno l’avresti sentito pronunciare, in un capodanno di primavera – 25 marzo.
Immagino e so che tante, tante persone avranno ricordi di te, e per te parole – è un segno che lasci, ora che ti allontani da questo mondo disordinato di cui hai amato spigoli e incoerenze, cogliendone tutta la bellezza. Avvicinando pelle e cuore della gente, forse mai né buona né cattiva, ma che stanca perché sa essere egoista fino in fondo, quella che chiede a ogni ora e spesso non ringrazia, quella che conta su di te. In molti abbiamo contato su di te, mai disattesi, sempre accolti e poi colti di sorpresa da quel sorriso, da una parola che fa miscela alchemica di ironia e coraggio. La medicina più rara.
Così hai fatto sentire ciascuno e tutti un po’ speciali, ed era vero.
E ci lasci con un colpo d’ali discreto, lo stesso che giorno dopo giorno deve aver sorretto anni di intensa professione, scelta e vissuta senza sconti. «Amava la vita, non poteva fare altro che il medico», mi ha detto chi con te ha lavorato a lungo. Niente di più.
Ma l’aria sembra attendere un tuo motto leggero, che sospinga in là la tristezza di chi non potrà incontrarti e che ricongiunga infine quel fondo di amarezza del tuo sguardo a un mistero luminoso, ai più ignoto.

A.R.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...