Cronaca

Case di riposo, la strage silenziosa: si stima il 25% di morti in più del normale

Secondo stime realistiche si aggira intorno al 25% l’eccesso di mortalità degli anziani nelle case di riposo. Una cifra che fa dire a Mimmo Palmieri, segretario provinciale Spi-Cgil che “purtroppo sta succedendo quello che temevamo; occorre recuperare questa emergenza immediatamente, sia per gli ospiti, sia per chi ci lavora dentro. Per il personale è una situazione esplosiva.
Ora verranno distribuite le 30mila mascherine (acquistate mediante la raccolta fondi Uniti per la provincia di Cremona, ndr)  ma questo non risolverà a lungo i problemi. Bene anche che siano partiti i tamponi (150 solo a Cremona Solidale per il momento, in attesa di riscontro) ma è evidente che quelli che risulteranno positivi comporteranno il trasferimento dei pazienti nei letti che la struttura sta approntando per i Covid positivi come da richiesta dell’Ats”. Posti che l’Ats ha chiesto alle case di riposo di mettere a disposizione per i pazienti ancora positivi ma dimessi dagli ospedali.
“La speranza – afferma Palmieri –  è che ritorni centrale questa emergenza, ci sono 4000 ospiti nelle nostre strutture, dove si muore senza neanche vedere i propri parenti. Il tampone deve essere fatto sia agli ospiti che ai lavoratori anche in tutte le altre case di riposo: solo così ci si può rendere conto di come è la situazione e prendere le misure adeguate”.

“Non possiamo più usare mezzi termini e abbiamo l’obbligo di rappresentare a chi sta gestendo questa crisi la realtà per quello che è”, si legge in un comunicato dello Spirito Cgil nazionale -. “Nelle case di riposo sta avvenendo una strage silenziosa di anziani con l’aumento giorno dopo giorno dei casi di contagio che riguardano ormai l’intero territorio nazionale e non più soltanto le regioni del nord dove il virus è maggiormente diffuso. Bisogna fare presto, dotare gli operatori socio-sanitari dei dispositivi di protezione individuale, chiudere queste strutture all’esterno laddove ciò non è ancora avvenuto, sottoporre tutti ai tamponi per isolare i focolai. Al momento – continua lo Spi-Cgil – non ci risultano iniziative specifiche adottate per queste strutture. Non si può continuare a fare finta niente, non ci possiamo permettere ulteriori perdite di tempo. Servono soluzioni e servono subito”.

Giuliana Biagi

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