Cronaca

Una mamma: 'Elisa nata a inizio pandemia: avevo paura, ma accoglienza fantastica'

Ci sono storie che ridanno speranza anche durante giorni difficili come quelli che si stanno vivendo a causa della diffusione del coronavirus. E’ il caso di Alessandra, una mamma che ha raccontato la sua esperienza (come riportato dai propri canali social l’Asst di Cremona, ndr) cosa significa partorire in questo periodo: “La nascita di Elisa era prevista per il 27 febbraio. Dopo il primo caso di Codogno e l’arrivo a Cremona di altri casi di coronavirus, non nascondo una certa preoccupazione. Per un attimo è balenata anche l’idea di migrare, di andare a partorire altrove”. “Ho deciso – precisa la mamma – di rimanere qui, a Cremona, nella mia città e nell’Ospedale dove sono nate anche le altre mie figlie: Martina di 10 anni e Giulia di 6. Niente traumi per loro e niente spostamenti, ha prevalso il desiderio di rimanere alla base, vicino (anche se a distanza) ai nonni e agli amici. Tutto andrà bene, mi son detta”.

Alessandra prosegue: “Elisa non nasce al termine previsto, ma qualche giorno dopo, nella notte fra il 29 febbraio e il 1° marzo. Quando l’ospedale era già nel pieno dell’emergenza. L’impatto non è stato semplice, le mascherine, il divieto di accesso ai parenti, tutte norme protettive, decisamente indispensabili e rassicuranti. Io e mio marito Andrea (che con il suo pragmatismo è stato un grandissimo sostegno per me) siamo stati ricevuti nella tenda del pre-triage allestita al di fuori dell’ospedale”. “L’accoglienza – spiega – è stata meravigliosa, persone super gentili che ci hanno dotato di tutti i presidi e accompagnato in reparto dove ho trovato un clima molto sereno, quasi più del solito. Ho avuto l’impressione di avere tante persone che si dedicassero a me, con cura e sensibilità. Mi sono sentita subito a mio agio”.

Nessuna complicazione invece durante il parto: “E’ stato un parto dolce, e molto veloce, Elisa aveva fretta di nascere. Ho avuto la possibilità anche di avere l’anestesia epidurale. Del post-parto ricordo le due ore molto belle skin to skin a contatto con la bimba, un modo per darle in benvenuto in un momento davvero anomalo. Ho pensato che la forza dirompente della vita ha sempre la meglio”. “Anche in questi giorni – racconta – l’ostetricia è il reparto più felice che c’è. Voglio ringraziare le ostetriche, Martina (che era con me in sala parto) e Valeria (che mi sostenuto a distanza). La dottoressa Paola Signorelli. Tutti mi hanno assistito nel modo che desideravo”.

Ora Elisa è a casa e si gode genitori e sorelle: “Oggi siamo tutti a casa, fra poppate compiti e giochi e ogni tanto una boccata d’aria in giardino. I nonni hanno conosciuto Elisa grazie alle videochiamate – la tecnologia in questo senso aiuta molto, per ora niente visite e niente uscite”. “Ogni tanto – conclude Alessandra – c’è qualche momento di timore rispetto a quanto sta accadendo, poi guardo Elisa sorridere e tutto passa. Per questo spero la mia storia possa rassicurare tutte le donne che stanno per partorire e che lo faranno nei prossimi mesi. Andrà tutto bene”.

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