Cronaca

Nuovo ospedale da campo già operativo: ecco come funziona

L'ospedale da campo di Samaritan's Purse allestito a Cremona

Pubblicato da Cremona Oggi su Venerdì 20 marzo 2020
Il tendone dedicato al reparto di terapia intensiva

Una sinergia incredibile per un’esperienza assolutamente nuova non solo sul territorio cremonese, ma su quello italiano: l’ospedale da campo allestito in sole 36 ore dalla Ong americana Samaritan’s Purse, in collaborazione con l’Esercito Italiano e con l’Aeronautica Militare è una boccata d’ossigeno per un presidio sanitario, quello di Cremona, ormai allo stremo delle forze. Dopo l’inaugurazione ufficiale, fatta dal team leader della ong, Eric Timmens, e dall’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, la struttura è entrata in funzione, e per 90 giorni sarà garantita la sua presenza (tale per ora è la durata stabilita, ma potrebbe cambiare in base all’evoluzione dell’emergenza). Partirà al 50% della sua capacità, che è di 68 posti letto, per poi arrivare gradualmente a riempire tutto. Una parte del campo è infatti attesa con un nuovo aereo cargo in arrivo nel fine settimana.

Il campo ha un reparto di ricovero femminile e uno maschile, oltre a un’unità di terapia intensiva che può ospitare otto pazienti e che avrà quattro infermieri dedicati. All’ingresso dei reparti vi è un sistema fatto con tavole di legno, tramite le quali gli operatori sanitari potranno ricevere quello di cui hanno bisogno senza che altra gente debba entrare nei tendoni dall’esterno: questo consentirà un migliore isolamento dei malati. In altri tendoni sono collocati la farmacia, gli spazi per le attrezzature tecniche, i laboratori.

Come ha spiegato Kelly Suter, direttore sanitario della struttura, “Abbiamo medici, infermieri e tecnici  esperti (il contingente è formato da 60 persone) nel trattare pazienti in situazioni critiche” spiega. Il complesso è anche dotato di un sistema in grado di pompare soluzione al cloro nelle aree del campo, in modo che vi sia una santificazione continua.

“Siamo venuti a Cremona perché il Governo italiano ci ha indicato questo sito come uno di quelli in cui c’era più bisogno” ha detto Sutter. “Siamo qui perché i fratelli e le sorelle italiani stanno soffrendo e siccome noi abbiamo passione, capacità e risorse crediamo sia la cosa giusta da fare. Siamo persone cristiane e sappiamo che a volte bisogna prendere decisioni importanti.

“In questo presidio faremo transitare pazienti in dimissione o pazienti in attesa del tamponi” ha spiegato Rosario Canino, direttore sanitario dell’ospedale. “Ma sarà anche molto importante avere quel supporto di otto post di terapia intensiva. Abbiamo 48 pazienti intubati tra Cremona e Oglio Po e i posti scarseggiano. Il triage rimarrà ovviamente in carico all’ospedale, così come la gestione complessiva dei pazienti”.

Sul fronte ospedaliero, è il direttore del Dipartimento di Emergenza e Urgenza dell’Ospedale di Cremona, Antonio Cuzzoli, a fare il punto della situazione: “Siamo esausti, ma non ci possiamo fermare. Nel nostro reparto abbiamo pazienti gravi. Speriamo che lavorando con questa equipe americana si riesca a migliorare l’efficacia del sistema. Per noi è senza dubbio una boccata d’ossigeno”. Anche perché la situazione non migliorerà a breve: “speriamo nel caldo, nell’estate. Il farmaco che stiamo sperimentando cura la malattia ma non abbatte il virus. E abbiamo medici e infermieri che si ammalano facilmente perché si trovano costantemente a contatto con pazienti gravi. L’ospedale è pieno ormai da giorni e quindi dentro non c’è più possibilità evolutiva di curare”.

“Qui la situazione è sempre pesante” ha aggiunto Giuseppe Rossi, direttore generale del nosocomio. “Abbiamo un ingresso costante di pazienti con covid: ieri sembrava vi fosse un calo, ma tra stanotte e oggi gli arrivi sono ricominciati massicci. L’esperienza di un’ospedale da campo a supporto di quello cittadino è qualcosa di nuovissimo per l’Italia e credo che sarà un importante aiuto, una volta uniformata la gestione amministrativa”. Il problema principale in questa situazione di emergenza sono e rimangono le risorse umane: da un lato lo staff si è ridotto per le patologie, dall’altro il carico assistenziale di cui hanno bisogno questo tipo di pazienti è enorme”.

Tanto che l’appello delle istituzioni, corale, a medici e infermieri anche in pensione, è quello di rendersi disponibili. Lo ha ribadito il sindaco Gianluca Galimberti, presente all’inaugurazione insieme al Prefetto e a tutte le autorità locali. “Per affrontare questa emergenza c’è un grande gioco di squadra tra tante persone. Per questo chiedo ai medici in pensione di tornare, di aiutarci. Ma soprattutto il mio richiamo va al senso di responsabilità individuale. Vediamo ancora troppe persone in giro senza reali necessità. La nostra Polizia locale sta facendo tantissimi controlli, ma credo sia indispensabile recuperare il senso di comunità. Ma devo anche ringraziare quanti si stanno già impegnando e anche quanti hanno donato qualcosa, grazie all’importante lavoro dell’Associazione Uniti per la provincia si Cremona”.

Presente, proprio in rappresentanza dell’associazione, Mario Caldonazzo, che ha ringraziato la ong, ma anche i lavoratori del gruppo, che portano avanti il loro impegno quotidiano in azienda: “Il mio ringraziamento va ai lavoratori, ai quali garantiamo le massime condizioni di sicurezza, ma che stanno facendo grande sacrificio e un atto di responsabilità per tenere in piedi il sistema economico del Paese. E un grazie commosso va anche a medici e infermieri per quello che stanno facendo”.

“La nostra organizzazione lavora in zone di guerra, disastri e infezioni” ha detto Eric Timmens. “Molto del nostro personale ha lavorato in Congo con ebola. Per noi ora è un grande onore essere qui ad aiutare gli italiani in questa emergenza. E senza l’aiuto degli italiani, in questi giorni, non saremmo riusciti a realizzare questa unità in sole 36 ore, cosa mai successa prima”.

Laura Bosio

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