Allarme di Fondazione Sospiro: 'Rsa dimenticate, servono urgentemente mascherine'
“Se gli ospedali sono al centro dello schieramento, le case di riposo sono le ali: se cedono queste, anche il centro ne risentirà”. Usa un’immagine bellica Giovanni Scotti, presidente di Fondazione Sospiro. L’emergenza, nella più grande struttura territoriale per anziani e malati psichici – 600 ricoverati in tutto, più gli altri a Cremona e sul bresciano – qui sono le mascherine. “A noi ne servirebbero 500 al giorno, speriamo che tra oggi e domani arrivino quelle che abbiamo prenotato. Ma ogni giorno è una corsa all’acquisto, abbiamo sospeso tutti gli acquisti straordinari per concentrarci su queste forniture, il nostro Economato le sta cercando dappertutto. Per ora siamo riusciti a contenere l’emergenza, rispetto ad altre strutture, ma stiamo lavorando al limite e non è possibile lavorare con tranquillità da parte del personale. La verità è che le case di riposo sono state trattate come strutture di serie B, come non facenti parte del sistema di protezione. Invece tutte le persone che evitiamo di ospedalizzare rappresentano un vantaggio per tutto il sistema. Ma siamo lasciati soli”.
In particolare le mascherine servono a chi opera a stretto contatto con malati psichiatrici con cui è materialmente impossibile tenere le distanze e che in grande numero vanno contenuti. Medici, infermieri e oss sono anche qui al limite: “Per questo – continua Scotti – insistiamo sulle forniture dei presidi, per sostenere il personale che è sempre più tirato”.
La sensazione di essere stati messi in seconda fila rispetto agli ospedali è corroborata da fatti: “Le 40mila mascherine ordinate da Arsac, di cui 30mila chirurgiche, sono state avocate dalle protezione civile e questa cosa ci ha spiazzato tutti, siamo stati costretti ad attrezzarci autonomamente”. E le richieste che il sistema sanitario sta ponendo alle strutture di ricovero per anziani sono tante: l’Ats ad esempio ha chiesto di sospendere tutti i nuovi ingressi e destinare i posti liberi all’emergenza coronavirus: ma questo sta creando problemi alle case di riposo in quanto non bastano i letti per accogliere malati ancora contagiosi, ci vogliono attrezzature e sopratutto medici e infermieri, che le rsa non sono in grado di fornire.
“Stiamo lavorando a vista – conclude Scotti – perchè non abbiamo certezze. Qui c’è il personale che fa i salti mortali e mancano le attrezzature. Per ora teniamo, ma fino a quando?” g.biagi