Cronaca

Sindaci riuniti in Comune, le anticipazioni del nuovo decreto ministeriale

foto Sessa

I sindaci del Distretto cremonese si riuniranno oggi pomeriggio alle 17 in Comune a Cremona per continuare il lavoro di presidio e tutela della salute di fronte all’emergenza sanitaria del Coronavirus. Domani alle 11 è invece previsto un incontro del sindaco Galimberti con i parlamentari nazionali ed europei e con i consiglieri regionali del territorio per affrontare il tema degli aiuti da chiedere al Governo e all’Europa per l’economia e le imprese del territorio cremonese che sta subendo danni gravi dalla situazione.

Da ieri sera è in circolazione la bozza di nuovo decreto che il Consiglio dei Ministri ufficializzerà entro oggi, mancando ormai poche ore dalla scadenza del precedente decreto, quello di domenica 23 febbraio, valido fino al 1 marzo. Di sicuro conterrà la proroga delle chiusure delle scuole, mentre sono allo studio da questa mattina misure per limitare i danni economici alle economie delle zone rossa e gialla. E’ l’articolo 2 della bozza circolante da ieri sera. quello che riguarda Cremona e il resto della Lombardia, inserito in ‘zona gialla’.

Dunque, sarà prevista la “sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, sino all’8 marzo 2020, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 (i dieci comuni del lodigiano e Vò Euganeo, ndr)  del presente decreto. È fatto divieto di trasferta organizzata dei tifosi residenti nelle regioni di cui all’allegato 2 (Lombardia, veneto, Emilia Romagna, ndr)  per la partecipazione ad eventi e competizioni sportive che si svolgono nelle restanti regioni”.

Inoltre, prevista la “sospensione, sino all’8 marzo 2020, di tutte le manifestazioni organizzate, di carattere non ordinario, nonché degli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose; sospensione, sino all’8 marzo 2020, dei servizi educativi dell’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, ad esclusione dei medici in formazione specialistica e tirocinanti delle professioni sanitarie, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative svolte a distanza”.

Per quanto riguarda musei e luoghi culturali, la bozza prevede la “soppressione dell’obbligo di chiusura, a condizione che detti istituti e luoghi assicurino modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico e garantendo il mantenimento di una distanza di almeno un metro tra visitatori (cosiddetto “criterio droplet”)”.
Anche tutte le attività commerciali potranno tenere aperto purchè adottino “misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e garantendo il mantenimento di una distanza di almeno un metro tra visitatori (cosiddetto “criterio droplet”)”.
Continua inoltre la limitazione dell’accesso dei visitatori alle aree di degenza, preferibilmente una persona per paziente al giorno, da parte delle direzioni sanitarie ospedaliere; e la limitazione dell’accesso dei visitatori agli ospiti nelle residenze sanitarie assistenziali per non autosufficienti;
Infine, è prevista la “sospensione dei congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale”.

Resta l’obbligo, per chi si muove sul territorio nazionale, di comunicare al proprio medico di base o ai servizi di sanità pubblica se si ha transitato o sostato nei Comuni in  zone a rischio epidemiologico.

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